Fano, 14 settembre 2011 - SONO STATI il figlio Francesco di 17 anni e l’ex marito Colombo Silviotti ad accompagnare il feretro fin dentro la chiesa di San Giorgio di Pesaro dove ieri pomeriggio si sono svolti i funerali di Gabriella Petrolati, la 42enne uccisa a coltellate dall’ex convivente Alessandro Ghilardi. Una morte violenta e assurda che ha lasciato impietrita un’intera comunità che ieri si è stretta attorno ai familiari della donna in segno di grande partecipazione a questo assurdo dramma esploso per ragioni di gelosia. A celebrare il rito funebre ben quattro parroci: don Giorgio Spinaci di San Giorgio di Pesaro, Federico Tocchini di San Lorenzo in Campo, don Giacomo Ruggeri di Orciano, don Giuseppe Marini oggi parroco della Gran Madre di Dio di Fano, ma fino a qualche anno fa in servizio a San Lorenzo in Campo.

OGNUNO di loro ha voluto portare una parola di conforto ai parenti e agli amici della 42enne che in grande silenzio, e con le lacrime agli occhi, hanno seguito la funzione religiosa come se ancora non credessero alla tragedia che si è consumata solo qualche giorno fa. «Ricordo quando durante le omelie cercavo gli occhi di Gabriella — ha detto don Federico Tocchini — per cercare di trasmetterle la speranza, la forza di guardare avanti con ottimismo. In quegli occhi a volte vedevo delle lacrime che testimoniavano le risposte che cercava nella fede. Oggi sarà il signore a prendersi cura di lei».

Poi don Federico ha levato qualche critica a coloro che «sparlano sottovoce» e a «quei giornali che devono a tutti i costi scavare nei particolari». «A volte — ha concluso il parroco di San Lorenzo in Campo — è il silenzio la cosa più importante». Don Giacomo Ruggeri ha invece cercato di trasmettere forza all’ex marito: «Tu ami la musica e dal tuo strumento devi fare in modo che riprendano ad uscire note intonate e di fede». Terminato il rito funebre il lungo corteo di parenti e amici ha accompagnato il feretro di Gabriella Petrolati al cimitero di San Giorgio di Pesaro. Nel frattempo prosegue l’indagine sul’omicidio della 42enne. Un’indagine che anche l’altro giorno ha rivelato un nuovo particolare: il bigliettino accartocciato in cui Ghilardi chiedeva scusa a tutti sottolineando che non era riuscito ad arginarsi. Un bigliettino che i militari di San Lorenzo in Campo hanno ritrovato dentro il sacchetto dell’immondizia. Un gesto che l’uomo dovrà spiegare agli inquirenti così come dovrà cercare di motivare la violenza che lo ha spinto a colpire la donna che diceva di amare con venti coltellat attirandola, con la scusa di consegnarle la borsa del figlio, in quello che è poi diventato un luogo di morte. Ghilardi ha infatti inferto alla giovane mamma una quindincina di fedenti, il primo dei quali potrebbe essere stato mortale visto che le ha tranciato la vena aorta.