Fano, 27 marzo 2012 - I LUPI sono scesi al mare. Per ora hanno fatto una brutta fine, travolti dalle auto. Ma state certi che ci riproveranno. E qualche esemplare prima o poi riuscirà a superare le «colonne d’Ercole» dell’autostrada. Evento senza precedenti, due giovani lupi appenninici sono stati recuperati morti ieri lungo l’A14: uno nei pressi di Fano, due chilometri a monte del casello in direzione Pesaro (corsia nord); l’altro tra Senigallia e Ancona (corsia sud), a otto chilometri dall’uscita Ancona Nord. Si tratta di due giovani maschi.

Per entrambi la segnalazione è partita dalla stessa persona: Gianluca Marcucci, avvocato, assessore alla Pubblica istruzione di Urbino nonché presidente dell’Associazione autonoma cacciatori di Urbino e membro dell’Atc Pesaro 1. L’avvocato, diretto ad Ancona per un processo in Corte d’appello, ha visto ai bordi della carreggiata dapprima il lupo di Senigallia e al ritorno s’è imbattuto in quello di Fano. Occhio appassionato e competente, Marcucci — che si definisce «qualcosa in più di un cacciatore ordinario» — ha allertato il faunista Angelo Giuliani e i due esemplari sono stati recuperati, ognuno per la parte di competenza: al lupo di Senigallia, morto presumibilmente la scorsa notte, hanno provveduto gli agenti della Polizia provinciale di Ancona; a quello di Fano, investito venerdì (secondo un’altra testimonianza) gli uomini del Cras provinciale.

ESISTE UN SOLO precedente di lupi uccisi in autostrada nel nostro territorio: l’esemplare del Boncio, rinvenuto a monte di Pesaro 5 anni fa. Il doppio ritrovamento racconta di nuove dinamiche di occupazione del territorio da parte di «Canis lupus». Spiega Giuliani: «Questo è il periodo in cui i subadulti si disperdono sul territorio. Muovendosi dietro alle prede (cinghiali, caprioli) essi percorrono grandi distanze lungo i cosiddetti corridoi faunistici: le aste dei fiumi o i crinali boscati». Facile immaginare le prossime tappe, una volta superato il muro della grande arteria: il parco del San Bartolo e il parco del Conero, quest’ultimo peraltro già interessato da avvistamenti.

Lupi in aumento? «Io parlerei piuttosto di distribuzione più omogenea in relazione alla disponibilità di habitat», puntualizza Giuliani. Campioni biologici dei due esemplari saranno oggetto di studio da parte dell’Ispra (Istituto nazionale protezione ambiente): il genetista Ettore Randi valuterà se tra i due giovani lupi ci sono legami di parentela.
A quando la sottospecie «lupo di mare»? A presto, pare di capire.
 

di Mauro Ciccarelli