Fano, 4 maggio 2012 - CRISI E IMU, ma anche banche, oneri di urbanizzazione e burocrazia. Parole che si legano con il momento di difficoltà che sta attraversando il mercato immobiliare. «L’Imu è un bello spauracchio — dice Paolo Cracchiolo di Attika agenzia immobiliare— e c’è chi si aspetta la sorpresa. Già con la crisi il mercato è stato messo a dura prova e quest’anno le difficoltà sono aumentate ancora di più. Chi acquistava la seconda casa come investimento è praticamente scomparso ed anche negli affitti i clienti cercano di tirare. I prezzi sono calati soprattutto in periferia, da Cuccurano verso l’entroterra il costo al metro è diminuito. Qualche occasione si trova anche in centro ma è comunque dura vendere».

E quando si trovano clienti intenzionati all’acquisto bisogna fare i conti con persone molto selettive.«Diciamo che questo avviene a prescindere dall’Imu — spiega Vitaliano Gramolini dell’agenzia Azimut— perché è da un po’ di tempo che l’acquisto viene valutato con molta attenzione. D’altronde i prezzi per le zone centrali sono rimasti invariati, e partono in media da 3.000 euro. Il calo c’è stato in periferia, anche del 20%: il costo al metro in alcuni casi oscilla dai 2.000 ai 1.700 euro e in alcuni casi può arrivare a 1.500». Anche le banche hanno le loro responsabilità. «Il loro comportamento non agevola di certo la vendita — dice Sandro Tonelli dell’agenzia Quattromura— ed oggi le trattative vanno molto a rilento anche per questo motivo, non solo per l’Imu. Gli affitti ancora oggi, nonostante tutto, riescono a resistere».

L’analisi di Eugenio Biagiotti dell’Immobiliare Frusaglia è a più ampio raggio. «L’Imu colpisce l’acquirente finale ma ci sono tanti altri fattori che contribuiscono a non rilanciare il mercato a partire dalle banche fino alla burocrazia del Comune. Per anni gli istituti di credito hanno goduto della floridità del mercato, del lavoro delle piccole e medie attività legate al mondo delle costruzioni, rendendo accessibile il credito sia ad imprese sia ai privati poco meritevoli.Oggi quella politica gli si è rivoltata contro e si trovano nelle condizioni di dover rifiutare il credito anche alle imprese più solide oltre che al privato che vuole acquistare la casa. Per non parlare poi del Comune che in un momento di grande difficoltà ha visto bene di triplicare gli oneri di urbanizzazione senza rendersi conto che così affondano un mercato già in agonia. Tutte queste situazioni riducono il lavoro e di conseguenza l’occupazione e contribuiscono a svalutare i terreni edificabili, fermo restando che non si può riversare il maggior costo sul prezzo di mercato. Nonostante tutto per chi vuole comperare casa è questo il momento ideale».

Corrado Moscelli