Fano (Pesaro-Urbino), 3 febbraio 2013 - Leavverse previsioni meteo non hanno scoraggiato gli amanti del Carnevale. Sono già arrivati in città numerosi gruppi di giovani da Milano e oggi sono previsti gli arrivi di pullman da Foggia, Sorrento e Roma. E mentre tra i metereologi c’è chi ha previsto persino la neve sulle tribune da tutto esaurito (circa 1500 posti a sedere)... piovono critiche sul Carnevale di Fano 2013.

L’anno scorso avevano avuto da ridire su “La vedova nera”, il carro risultato poi il vincitore (l’unico recuperato anche per le sfilate di quest’anno) e oggi le donne del gruppo Femminismi Fano-Pesaro-Urbino tornano all’attacco del Carnevale “bello da vedere e dolce da gustare” eleggendolo come il "campione di maschilismo". C’è poco da fare: le donne di cartapesta proprio non piacciono alle “femministe”.
 

"Al Carnevale di Fano anche quest’anno — denunciano — sfila una satira fatta per proteggere i potenti maschi al governo. Ma non doveva essere una festa “popolare”? Avevamo già letto la descrizione del carro “La vedova nera” “… terribile ragno che approfitta del maschio per poi divorarlo… ha tessuto la sua insidiosa ragnatela mediatica ed è riuscita a intrappolare la classe politica …” come una rilettura degli scandali rifatta a danno dell’immagine femminile, rovesciando la realtà e cioè ribaltando il fatto che la corruzione politica presenta maschi che pagano giovani donne come prostitute mentre per le giovani donne competenti in politica e nel lavoro c’è ben poco spazio.

Che siano passati i bei tempi in cui la satira colpiva nel segno, lo abbiamo capito ora anche dallo stravolgimento del “Pupo”, il tradizionale personaggio che dovrebbe rappresentare i vizi e i difetti prima presi in giro e poi bruciati, a fine Carnevale, nella piazza. Già 2 anni fa la assessora Cucuzza dichiarava di essere a conoscenza dell’intenzione di bruciare non più un “Pupo” ma una “Pupa”, ora la Pupa è stata prodotta, e rappresenta una “popputa” Dea della Fortuna. Quindi verrà bruciato un simbolo di prosperità. E’ l’apoteosi della misoginia e del maschilismo".


C’è chi tutte queste dietrologie non le vede perché l’uguaglianza tra i sessi passa pure da qui. Ma per le donne di Femminismi ci sono altri scheletri nell’armadio del Carnevale di "Fano — concludono —: era stata già palcoscenico di carri ben poco carnevaleschi e dal sentore xenofobo (come quello del 1996 sulla decrescita demografica, “I galli italici” che non covavano più). Questo vecchiume che governa la città è a corto di idee ma purtroppo ha in mano le redini di una convivialità cittadina sempre più priva della voce e del contributo delle donne, donne che usa solo a sproposito, come immagine. Donne, carriste, artiste: costruiamo un Carnevale differente". Magari uno in cui si possa finalmente ridere senza polemiche. Comunque se il tempo assiste è previsto un grande pubblico
 

 

ti. pe.