Fano (Pesaro-Urbino), 28 febbraio 2013 - Veloci e di una precisione chirurgica. Devono averlo studiato bene il colpo da Fuligni giochi & sport i tre malviventi che nella notte tra martedì e mercoledì hanno rubato biciclette per un valore di circa 70mila euro.

Sono arrivati con un camion bianco, ben incappucciati e vestiti di scuro, e con tutto l’occorrente per forzare la serratura della porta senza dover rompere il vetro. Non hanno neppure provato ad entrare dal retro, ma sono passati dall’ingresso principale, in via Mattei nella zona dell’ex zuccherificio. I tre sapevano che c’erano le telecamere ad osservarli, ma sapevano anche che in quei dieci minuti necessari al proprietario per arrivare sul posto, loro avrebbero avuto tutto il tempo per caricare il furgone e svignarsela. E così è stato. Dal filmato delle telecamere a circuito chiuso, già consegnato agli investigatori, si vede la foga con cui hanno spinto le biciclette dentro il mezzo, le ultime le hanno addirittura lanciate per fare prima.


Non hanno neppure avuto il bisogno di sceglierle, le 17 biciclette più costose di Fuligni. Erano quasi tutte in vetrina. Di queste, solo 4 erano in fondo ad uno dei tre corridoi. E loro sapevano pure questo perché altre, che erano più vicine alla porta, le hanno lasciate lì per avere il tempo di andare dall’altra parte del negozio a prendere proprio quelle che volevano. Ieri mattina il titolare aveva già chiamato un tecnico per rinforzare tutte le porte con delle sbarre di ferro.

"Logicamente ora abbiamo paura — racconta Sauro Magrini —. E’ la prima volta che ci capita in 30 anni di attività. Sono arrivati alle 3.48 e indisturbati hanno forzato la porta che dà su via Enrico Mattei. Ripresi dalle telecamere, logicamente. Hanno portato via 17 biciclette tra bici da corsa e mountain bike. Hanno scelto le migliori. Quattro erano addirittura in fondo. Per un totale di 70mila euro (l’assicurazione risarcirà per metà importo circa, ndr). La vigilanza se n’è accorta subito, perché sono collegati via radio: non appena hanno aperto la porta è scattato l’allarme e siamo arrivati in dieci minuti, ma loro non c’erano già più".
 

Tiziana Petrelli