Fano, 22 maggio 2014 - Possono esserci molti modi per separarsi dopo 24 anni di matrimonio, ma quello scelto da un’avvocatessa di Fano di 56 anni che non intendeva più avere nulla a che fare col marito di professione commercialista di 60 anni, è stato a dir poco eclatante. Lo ha denunciato e trascinato sotto processo accusandolo di averla violentata per per tutta la durata del matrimonio, ossia 24 anni. Non solo. Lo ha pure accusato di maltrattamenti, lesioni, minacce, ingiurie. Insomma, un campionario di reati da far rinchiudere il protagonista in carcere per almeno quindici anni. Ma il processo, che si è concluso ieri, ha riservato una sorpresa.

Di fronte al pm Silvia Cecchi che aveva chiesto oltre tre anni di carcere per l’imputato, la difesa (avvocato Francesco Coli) ha ribattutto alle lunghe e varie contestazioni della pubblica accusa e della parte civile negando qualunque violenza ed affermando che mai aveva solo pensato di violentare la moglie, ed escludendo anche le minacce, lesioni e tutto il resto. La donna, nella sua denuncia, aveva dichiarato che per sgusciare dalle grinfie del marito, doveva abbandonare il letto coniugale e rifugiarsi in una altra stanza. Insomma, un inferno. Eppure in un primo momento (nel 2009) era stato avviato l’atto di separazione senza patemi d’animo. Ma successivamente, è cominciata la raffica di denunce penali, fino ad arrivare al processo. Con la sentenza di ieri che per la parte civile e pm è stata sicuramente inaspettata: l’imputato è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste.

I giudici non si sono fermati lì: hanno disposto che gli atti del processo vengano trasmessi alla procura per indagare la donna per il reato di calunnia e di falsa testimonianza, visto che l’ex moglie dell’imputato ha giurato di aver subìto quelle violenze. Che per i giudici evidentemente sono tutte inventate.

ro.da.