Fano, 22 giugno 2014 - PROTESTANO gli esercenti del centro e del mare. Ma al momento lo fanno in sordina. Un giro di telefonate partite da piazza XX settembre ed arrivate fino ai colleghi di Lido, Sassonia ed Arzilla. Si raccolgono adesioni per presentare un esposto in Comune, con tanto di firme e di timbri, contro l’associazione culturale giovanile “Work in Progress” che ha recentemente ottenuto un permesso bimestrale per il servizio bar all’interno della Rocca Malatestiana, che ha in gestione da anni. Tra i ragazzi, infatti, si è sparsa la voce che lì si spende meno. E così dal lunedì al venerdì il bar della Rocca è sempre pieno di gente mentre si sono svuotati gli altri. «E’ concorrenza sleale», insorgono i titolari dei pubblici esercizi del centro, costretti a tenere a casa i dipendenti perché in mezzo alla settimana, da loro, non c’è quasi più nessuno.

«I COMMERCIANTI sono molto arrabbiati e stanno raccogliendo le firme per fare un esposto — dice Tatiana Olivieri, responsabile provinciale dei progetti Uisp — e secondo me hanno ragione perché a questo punto non si capisce se la Work in Progress è un’associazione culturale o un esercizio commerciale. La Rocca Malatestiana si sta trasformando in qualcosa di diverso da quello che doveva essere. Gli esercenti, che giustamente pagano tasse su tasse per tenere aperti i locali, chiedono come mai sia possibile questa stranissima commistione. Chi ha un esercizio ormai ha dei costi mostruosi e frequenti controlli rigorosi. E un’associazione culturale di fatto gestisce un locale. E’ nella norma? Chi ha dato l’autorizzazione? Perché per tutti ci sono da affrontare lunghi iter burocratici, tasse, spese, controlli, mentre per loro sembra essere tutto molto più facile? Nell’autorizzazione al servizio bar, rilasciata, è compresa la vendita di alcolici? Ci sono controlli sulla somministrazione ai minori?».

Ma non è solo la “guerra” dei commercianti. Insorgono anche le associazioni. «A noi — prosegue la responsabile Uisp —, quando l’abbiamo usata pagandola diverse centinaia di euro a sera, hanno sempre detto che la Rocca aveva dei problemi di agibilità e per questo non ci potevano stare più di un tot di persone. Ora ci fanno feste con valangate di gente». E ancora. «Per fare un concerto benefico una associazione si deve svenare: perché tra controlli palco, materiali ignifughi, rispetto di tutte le norme di sicurezza e Siae, ogni evento costa l’ira di Dio. Se vai alla Rocca vedi invece fili “scoperti”, senza la copertura certificata da un tecnico. Soprattutto ci domandiamo come mai questa associazione abbia da anni a disposizione una Rocca seicentesca quando qualunque altra associazione, per ottenere uno spazio pubblico, deve fare i numeri e pagarlo profumatamente. Nessuno ce l’ha con loro o vuole impedire ai giovani di fare iniziative, però non esiste solo la Work in Progress. Immagino che di giovani imprenditori che avrebbero voluto gestire un bar all’interno della Rocca ce ne siano parecchi. Perché non fare un appalto?».

Tiziana Petrelli