Fumogeni in casa, nuova truffa agli anziani

"Che potevo fare?" Non si dà pace l'89enne gabbato da finti addetti del gas. La moglie ricoverata per lo choc

Truffe agli anziani (Foto archivio Scardovi)

Truffe agli anziani (Foto archivio Scardovi)

Fano (Pesaro e Urbino) 27 settembre 2016 - Terrore in un appartamento di San Lazzaro. Mezz'ora nelle mani dei truffatori. Disavventura da dimenticare per una coppia di anziani: lei è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari per un attacco di cuore. "Ho 90 anni e non sono più tanto intelligente, mi sono fatto fregare. Ed ora mia moglie è in ospedale per lo choc". La rabbia gli strozza la voce in gola e l'umiliazione gli appanna gli occhi. Ma Alessandro Gelsomini trova la forza di alzare la testa per mettere in guardia gli altri. Nuova truffa ai danni degli anziani.

Sabato mattina degli individui si sono presentati alla porta dei Gelsomini, in via Menotti, spacciandosi per addetti al gas, per un controllo. Una volta entrati in casa invece hanno fatto scoppiare alcuni fumogeni facendo credere alla coppia (lui 89enne, lei 83) di trovarsi in imminente pericolo di vita. Invitandoli ad evacuare immediatamente la casa, gli hanno consigliato di portare con sé i valori... così gli hanno rubato tutto. "Sono venuti con la scusa di un guasto generale – racconta Gelsomini - di acqua luce e gas. Ci hanno detto che dovevamo staccare tutto, anche il frigorifero e la tv. Poi ci hanno fatto aprire il rubinetto del bagno e appena l'ho fatto è scoppiata come una bomba. E in casa c'era puzza di gas. 'Vedete?' ci hanno detto".

La moglie di Gelsomini aveva mangiato la foglia, ma poi i truffatori sono stati più convincenti. "Via, andate via – aveva iniziato ad urlare la donna cercando di accompagnare gli sconosciuti alla porta -. Finché non arriva mio figlio, non voglio sapere niente". E' a quale punto che i malviventi, senza farsi accorgere, hanno fatto esplodere altri fumogeni. "Loro non andavano via e la casa era piena di gas – prosegue Gelsomini -. 'Se non venite via saltate per aria' ci hanno detto. 'Fuggite. E se avete cose di valore portatele via con voi'. E allora io, che sono stato stupido, sono andato a prendere quelle due lire e gli ori che avevamo riposto in un nascondiglio in soffitta. Li ho lasciati per le scale, con mia moglie che urlava".

Erano due gli uomini entrati in casa. Uno è rimasto con la moglie, l'altro lo ha seguito di soppiatto. "Ero in ginocchio e stavo per uscire dal nascondiglio – racconta Gelsomini sempre più mortificato -. Ho messo i 500 euro e le poche cose d'oro (anellini, collanine, di poco valore e tanti ricordi), in un secchio che teniamo lì per quando piove. L'ho spinto fuori prima di uscire io. Praticamente gli ho consegnato tutto nelle mani. Uno mi era venuto dietro. Per quando sono riuscito ad alzarmi, erano già scappati fuori di casa dove li aspettavano altri due in moto. Erano tutti giovani, neanche 30 anni, i baffi erano piume...".

Erano circa le 10.30 del mattino quando sono arrivati i carabinieri, allertati dai vicini. I quattro si erano già fatti vento. Alle 15 la signora Gelsomini, già cardiopatica, si è sentita male. "Adesso la mia Fedora è in osservazione poverina – conclude Gelsomini -. Ci devono aver studiato bene perché era qualche giorno che vedevamo girare attorno a casa sta gente. E qualche notte fa erano andati già dai miei vicini, ma loro non si erano accorti loro perché dormivano".