Fano, incendio a San Lazzaro. Il racconto degli evacuati

"Guardavo la partita: poi, i boati. Giù dalle scale senza respirare"

FIAMMATA Il contatore elettrico dal quale sarebbe partito l’innesco in via Bracci

FIAMMATA Il contatore elettrico dal quale sarebbe partito l’innesco in via Bracci

Fano, 15 novembre 2017 - «Ho sentito dei gran botti (bum, bum, bum) e poi la gente del primo piano che urlava: qui prende fuoco tutto». Paura lunedì sera al civico 22 di via Bracci, in un condominio di proprietà dell’Erap in zona San Lazzaro. A raccontare quei drammatici momenti uno degli sfollati, il 58enne Attilio Orazietti, che mentre una coltre di fumo nero invadeva il suo appartamento non si è fatto prendere dal panico ed ha atteso l’arrivo dei pompieri fingendo tranquillità, per non turbare il padre novantenne. Erano da poco passate le 21 quando in quella palazzina, dove erano tutti incollati davanti alla tv a guardare la partita della nazionale, è divampato un incendio nel vano contatori. In un batter d’occhio il fumo ha invaso la tromba delle scale infilandosi sotto l’uscio dei sei appartamenti, cinque dei quali abitati e uno chiuso da tempo. «Qui prende fuoco tutto» sentiva gridare Orazietti.

«L’androne era pieno di fumo – prosegue il racconto l’uomo -. Ho chiuso la porta e ho aperto le finestre. Nel frattempo era saltata la luce e mio padre si lamentava che non poteva vedere la partita. Così ho preso una radiolina e gliel’ho data perché potesse ascoltare la radiocronaca di Italia-Svezia. Mi ha chiesto cosa stesse succedendo fuori, ma gli ho detto che non era niente di che». In quello stesso momento, invece, il terrore di rimanere intrappolati in casa aveva già spinto alcuni inquilini ad uscire nei terrazzi, sotto la pioggia battente, in attesa dei vigili del fuoco che sono arrivati nel giro di pochi minuti. Gli Orazietti no. Sono rimasti ad attenderli seduti sul divano. «Io ho avuto paura solo per mio padre – prosegue il figlio 58enne -, ma lui non si è accorto di nulla. Si è solo arrabbiato perché non ha potuto finire di vedere la partita. I vigili del fuoco sono arrivati subito e ci hanno portato fuori, passando attraverso le scale piene di fumo. Poi ci hanno fatto andare tutti in pronto soccorso per gli accertamenti. Mio padre in ambulanza… io invece sono andato con la mia macchina scortato dal 113».

Al Pronto soccorso sono stati trattati tutti con il carbone, nessuno dei 7 portati in ospedale (dei 15 evacuati) ha avuto bisogno del trattamento in camera iperbarica. Una lieve l’intossicazione per i 3 più piccoli /tra cui un bimbo). «Alle 4 del mattino ci hanno dimessi tutti – rivela Orazietti -, ma non siamo potuti tornare a casa perché è stata dichiarata inagibile. Non per problemi strutturali, solo per il fumo. Ora siamo ospitati all’Albergo Metauro e non sappiamo fino a quando. Stamattina sono riuscito a salire un attimo in casa a prendere le medicine di mio padre, scortato. Lui non vede l’ora di rientrare a casa sua tra le sue cose». Il fumo ha annerito tutto l’interno e il condominio è stato dichiarato inagibile, almeno fino a quando non sarà svanito quell’odore acre. Tutto per l’incendio divampato all’interno del vano contatori. «Dicono che sia stata una sopratensione di corrente e che sia successa una cosa simile anche al mare – conclude Orazietti -. Credo che la puzza di fumo rimarrà per un sacco di tempo. La cosa più brutta che ricorderò è la sensazione che ho provato scendendo le scale: è brutto quando non respiri».