Influenza 2018, addetti malati all'Asur di Fano: ufficio chiuso

Succede alla Commissione speciale patenti dov'è stato apposto un cartello. Proteste dei cittadini

Il cartello apposto nell'ufficio dell'Asur di Fano

Il cartello apposto nell'ufficio dell'Asur di Fano

Fano, 24 gennaio 2017 - Automobilisti infuriati per l’ufficio della commissione patentichiuso per malattia dipendenti”, come recita un cartello scritto a caratteri cubitali e attaccato sulla porta esterna degli uffici di via Borsellino, in zona Rosciano, dove ha sede la commissione speciale patenti dell’Asur.

All’ufficio si presenta chi ha un’invalidità, gli anziani ultraottantenni e con particolari patologie, o chi deve sottoporsi per la prima volta alla visita di revisione dopo la segnalazione per guida in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o altro. Chi si è presentato ieri agli uffici, il cui orario di apertura era dalle 15 alle 17, si è trovato di fronte al cancello chiuso. E qualcuno non l’ha presa bene. Proteste e commenti di rabbia e indignazione si sono susseguiti dinanzi al cancello laccato bianco, dove è stato attaccato l’avviso di chiusura.

Una comunicazione che non fornisce informazioni sui tempi previsti per la riapertura degli sportelli, lasciando intendere che tutto dipenderà dal decorso della malattia degli addetti. «In quell’ufficio lavorano due persone – fanno sapere dall’Area Vasta 1 – ed è possibile che siano entrambi ammalati. D’altra parte l’influenza sta facendo una strage». 

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Intanto, in casi di urgenza, come specificato nel cartello, si potrà inviare una domanda tramite Pec (posta elettronica certificata) all’indirizzo areavasta1.ASUR@emarche.it, mentre per informazioni telefoniche è possibile - ammesso che ci sia qualcuno a rispondere - chiamare lunedì, mercoledì, venerdì dalle 11 alle 12 allo 0721.868910, fax 0721.868913.

In situazioni ordinarie, come nel caso di ieri, gli uffici sono aperti il martedì, dalle 15 alle 17 e giovedì dalle 9 alle 12. Ma l’inatteso cartello ha esacerbato gli animi di alcuni utenti che, prima di tornarsene a casa molto arrabbiati, si sono chiesti come mai non si sia trovata una soluzione per fare fronte all’emergenza.

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