Pronto soccorso, sempre più ragazzini in coma etilico

Superlavoro questa estate con 10.700 pazienti ovvero il 35% in più degli accessi

Il dirigente Giancarlo Titolo

Il dirigente Giancarlo Titolo

Fano (Pesaro e Urbino) 16 settembre 2016 - Un'estate di superlavoro al Pronto Soccorso di Fano. Nei tre mesi da giugno a settembre sono stati infatti 10.700 i pazienti transitati nella struttura di primo soccorso del Santa Croce contro i 6.626 dello scorso anno. Un incremento di affluenza pari a circa il 35% per la struttura diretta da Giancarlo Titolo che però, va detto, nel 2015 aveva avuto un insolito picco verso il basso rispetto agli 8mila accessi estivi che rappresentano la media degli anni precedenti.

Il dato più allarmante è il crescente numero di adolescenti trasportati in Pronto Soccorso in coma etilico: "ad agosto sono arrivati da una festa in spiaggia ben 4 sedicenni in una sola serata – rivela il dirigente -, con un valore di alcol pari a 200 milligrammi per decilitro di sangue" ovvero 4 volte il limite stabilito dalla legge per un adulto alla guida. "Non ci sono ancora dati statistici per questo fenomeno – rivela il dottor Titolo snocciolando un po' di dati – ma ad occhio e croce è in aumento. Qui lo percepiamo sempre di più come un allarme sociale non solo per la gravità del fatto in sé, ma anche perché questi casi che vogliono essere fatti passare come 'ragazzate' potrebbero togliere tempo ed energie per emergenze, che diversamente, non sono evitabili".

In tutto questo superlavoro però "sono migliorati i tempi d'attesa che abbiamo ridotto del 32% nel caso dei codici verdi e del 5% per i gialli". Per raccontarla in minuti si è passati dalle 2 ore piene di 'parcheggio' in sala d'attesa per i codici verdi (ovvero le urgenze minori che non interessano le funzioni vitali) ai novanta minuti attuali ovvero mezz'ora in meno, mentre il tempo guadagnato per i casi leggermente più gravi (in cui il paziente nonostante non sia un immediato pericolo di vita necessita quanto prima di un controllo da parte del medico) è di 'soli' 5 minuti su un'ora e un quarto di media.

"Aumentano i pazienti e diminuiscono i tempi d'attesa – commenta Titolo, soddisfatto pur non sottraendosi all'autocritica -. Il problema però resta con i codici bianchi dove le attese sono infinite". Sulla totalità dei pazienti presi in carico a Fano solo il 7% rientra nella categoria di quelli che non hanno bisogno dell’'intervento del pronto soccorso. "Questo dato è la metà esatta rispetto alla media nazionale – rivela il direttore fanese -. Al San Salvatore di Pesaro invece questo valore è esattamente del 14%". Ma contrariamente a quanto si possa pensare, per i medici del Pronto Soccorso questa non è una buona notizia. Non significa che i fanesi abbiano imparato la lezione e si rivolgano al proprio medico di famiglia per le situazioni in cui non c'è nessuna reale urgenza. "Se analizziamo le cose da un punto di vista macro – conclude Titolo – è evidente che epidemiologicamente parlando non ci può essere tutta questa differenza tra due città che distano 12 chilometri. Di fatto il problema è strutturale. Evidentemente in fase di triage nel 7% dei casi, qui da noi viene assegnato un codice colore superiore a vantaggio del cittadino che paga meno ticket... ma che ci sovraccarica di lavoro aumentando i nostri tempi".