Il cliente di Pedini perde l’aereo. "Colpa del taxi da terzo mondo"

La categoria insorge, intanto l’industriale è costretto a risarcire il costo del volo

DISGUIDI Sopra Amir Ilin, fornitore di Pedini - Usa. Il tassista, oltre ad avere un’auto lurida  (vedi foto a sinistra), ha sbagliato l’uscita dell’A14 e poi non aveva i soldi per pagare il casello. Per tutti questi contrattempi l’aereo è stato perso

DISGUIDI Sopra Amir Ilin, fornitore di Pedini - Usa. Il tassista, oltre ad avere un’auto lurida (vedi foto a sinistra), ha sbagliato l’uscita dell’A14 e poi non aveva i soldi per pagare il casello. Per tutti questi contrattempi l’aereo è stato perso

Fano, 18 marzo 2017 - «Non è possibile che tanti onesti tassisti paghino lo scotto del servizio indecoroso offerto da un ‘collega’ che non ha la minima decenza e professionalità». E’ un grido disperato quello lanciato da Filippo Busca a nome e per conto dei titolari di licenza taxi fanesi riuniti nel servizio RadioTaxi. Una richiesta di aiuto che arriva dopo una feroce protesta incassata da un imprenditore newyorkese che ieri mattina ha perso il volo di rientro negli Usa per colpa di quel ‘taxi da terzo mondo’ che era già stato al centro di un’inchiesta del nostro giornale. Non parla italiano Amir Ilin, fornitore di Pedini-Usa. E così è Simone Gennari, responsabile commerciale di Pedini, a raccontare la sua disavventura notturna a bordo di quella Renault station wagon bianca che a dispetto della scritta taxi sul tetto si presenta come un immondezzaio: la tappezzeria lisa dal tempo, i sedili invasi da stracci, solette di scarpe e oggetti plastica non meglio identificati.

«Solo a Fano  succedono certe cose – si lamenta incredulo Gennari –. Di solito lo accompagno io in aeroporto, ma questa volta abbiamo optato per il taxi che stamane alle 5 è andato a prenderlo all’Hotel Cristallo dove alloggia. Aveva il volo per Monaco alle 6.45. In Hotel si è presentato questo personaggio, con un taxi talmente lurido che il mio cliente aveva paura a salirci. Lui che gira tutto il mondo ha detto di non averne mai visto uno in quelle condizioni indecenti. In autostrada il tassista non ha visto l’uscita e sono finiti a Loreto. Fa inversione e torna su. Sulla strada verso Ancona urlava e bestemmiava come un ossesso, sbandando anche col taxi. Il mio cliente gli ha dovuto urlare a sua volta per farlo smettere. Al casello di Ancona il finestrino non si tirava giù, scende dall’auto ma non aveva i soldi per pagare il ticket e ha iniziato ad imprecare contro il casellante che alla fine ha aperto la sbarra e lasciandolo passare per la disperazione dell’americano che implorava dicendo "così perdo l’aereo". Quando sono arrivati in aeroporto l’aereo era decollato. Ma che figura ci facciamo? Noi gli abbiamo dovuto rimborsare 2.800 euro di biglietto, ma Amir si perde la cresima della figlia che è domani. Il colmo è che una volta riportato il cliente a Fano il tassista ha avuto anche il coraggio di chiedermi i soldi della corsa, andata e ritorno».

«Non solo la gente comune ci chiama per insultarci nonostante lui non abbia nulla a che fare con noi – si lamenta Busca -, ora anche le aziende simbolo del territorio. E’ un fatto gravissimo. Già lavoriamo poco, così perdiamo anche i clienti storici».