Truffa agli anziani con impianti di rilevazione di fughe di gas

Tre finti tecnici denunciati dagli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Fano

Nuova truffa del gas

Nuova truffa del gas

Fano (Pesaro e Urbino) 9 dicembre 2016 - "Se avete comprato dei dispositivi che rilevano fughe di gas... potreste essere stati truffati. Contattate urgentemente la Polizia di Stato". Questo l'appelo lanciato dal Questore di Pesaro Antonio Lauriola questa mattina nella conferenza stampa che ha presentato un'indagine in corso che al momento ha portato a denunciare in stato di libertà tre uomini, già noti alle Forze dell’Ordine, venditori porta a porta di dispositivi salvavita e di rilevatori di monossido di carbonio, per il reato di truffa. 

Nel corso dell'operazione condotta dagli agenti del Commissariato di Fano diretto dal vice questore aggiunto Stefano Seretti, i poliziotti hanno sequestrato 28 apparecchi trovati in possesso dei soggetti denunciati e numerosi tagliandi relativi a pagamenti "pos" effettuati per gli acquisti, per un ammontare di circa 30.000 euro.

A seguito di alcune segnalazioni di cittadini e di un tam tatm su Facebook, i poliziotti di Fano hanno proceduto al controllo di uno degli incaricati della ditta che fornisce assistenza agli apparecchi del gas, sorpreso nell’atto di lasciare l’abitazione di un'anziana, nel quartiere San Lazzaro. Gli agenti hanno accertato che l'uomo, che indossava una pettorina fluorescente di colore arancione, dopo essersi assicurato che la donna fosse sola in casa ed essersi falsamente accreditato come tecnico del gas, l’aveva convinta ad acquistare un dispositivo salvavita per il costo di circa 299 euro (contro un prezzo reale alla vendita di una quindicina di euro), paventando il pericolo di fughe di gas e di possibili disastrose esplosioni ed adducendo il fatto (poi risultato non veritiero) che anche gli altri condomini si erano già prudentemente dotati di tale apparecchio.

Nel proseguo delle indagini, gli investigatori hanno aquisito ulteriori denunce (al momento sono in totale 5) per fatti simili, riuscendo ad identificare così altri venditori: tutti accomunati dal fatto che si rivolgessero solo ad una clientela di donne anziane, sole in casa, facilmente suggestionabili... alle quali imponevano l'acquisto dell'apparecchio ad un prezzo variabile fra i 250 ed i 350 euro. Se la donna non disponeva di contante, poteva pagare con il banccomat. Ma in questo caso a volte è sucesso che dopo essersi accordata per l'acquisto di un dispositivo al prezzo di 299 euro, la vittima si era poi accorta di aver invece pagato, tramite "pos", ben 599 euro. Alle sue rimostranze, il venditore, anziché restituirle la differenza, le consegnava un secondo dispositivo, sostenendo che anche quello era stato oggetto della transazione e che nulla le doveva essere reso (in realtà anche il secondo apparecchio risultava essere di scarso valore economico).