Fano (Pesaro Urbino), 9 dicembre 2010 - È il giorno della resa dei conti nella cultura fanese. Questo pomeriggio, infatti, è in programma una riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro della Fortuna durante la quale il sindaco Stefano Aguzzi sarà molto probabilmente chiamato a prendere una decisione importante. È infatti risaputo che tra il Sovrintendente Simone Brunetti e l’assessore alla Cultura Franco Mancinelli non scorra buon sangue e quindi o il primo cittadino cambierà l’assessore alla Cultura o accetterà le dimissioni di Brunetti.

 

La questione non sembra più rimandabile anche perchè la Fondazione Teatro non può certo continuare a lavorare in questa situazione. Se il sindaco propenderà per il cambio del Sovrintendente (sembra che l’ex assessore Marco Paolini che era stato ipotizzato per questo ruolo non ne voglia sapere) dovrà fare anche i conti con le quasi automatiche dimissioni di almeno una parte del Cda.

 

Uno su tutti il vice presidente Francesco Milesi, ma anche Franco Battistelli dovrebbe essere in linea con Brunetti. Per gli altri membri del Cda la scelta sarà forse più complicata perché ci sono in ballo anche rapporti economici con sponsor importanti. In attesa della riunione programmata per questo pomeriggio l’associazione Amici del Teatro della Fortuna esprime la propria stima nei confronti del vice presidente Francesco Milesi e del sovrintendente Simone Brunetti.

 

"Il professore Milesi, pur in mezzo a rilevanti difficoltà economiche - dicono gli 'Amici del Teatro' - ha efficacemente operato per ridurre le spese di gestione del nostro teatro senza che venisse sminuita la qualità della sua programmazione. Simone Brunetti, mantenendo sempre il bilancio in pareggio (caso più unico che raro nel disastrato panorama dei teatri italiani), ha saputo dare al Teatro della Fortuna, con le scarse risorse finanziarie a disposizione, un alto profilo culturale e musicale apertamente riconosciuto dalla migliore critica italiana.

 

Gli 'Amici del Teatro' sono preoccupati per lo scadimento al quale la maggiore istituzione culturale fanese potrebbe andare incontro, se i soci fondatori, e in primo luogo il Comune di Fano, facessero mancare il loro appoggio a chi in questi anni ha lavorato con serietà e anche con sacrificio personale. Essi si augurano che non vada distrutto quello che è stato costruito con tanta fatica e che, ancora una volta, Fano non perda l’occasione di tenere in vita e di potenziare una istituzione che ha operato per salvare la città dal provincialismo culturale che la minaccia.

 

La gestione del teatro ha dimostrato che è possibile conciliare la qualità con il consenso del pubblico più vasto. Noi ci auguriamo che non siano oscuri giochi politici a rendere impossibile il proseguimento di un’esperienza che molto ha fatto per la diffusione di una cultura teatrale rispettosa della grande tradizione e al tempo stesso aperta alle nuove sperimentazioni".