Fossombrone, 19 luglio 2010 - Dopo essere finito nel mirino della Commissione tributaria di Pesaro per un'evasione fiscale da 111 milioni di euro, lo stilista belga Dirk Bikkembergs accusa il fisco italiano definendolo "non degno di un paese civile".

 

La procura di Urbino aveva ipotizzato una sua stabile organizzazione commerciale in Italia, a Fossombrone, dove si produce la linea di abbigliamento sportivo del gruppo. Nel mirino degli ispettori del fisco ci sono le due consociate Iff-International Fashion Factors sarl, con sede in Lussemburgo, e la 22 srl di Fossombrone. Ma il gruppo, argomenta una nota della società, "è caratterizzato da un elevato livello di dispersione geografica che le autorità fiscali italiane stanno ignorando e contestando. Mentre l’accertamento fiscale di un esubero di 100 milioni di euro (la metà costituita da sanzioni e interessi), si riferisce a un profitto di cui il gruppo non ha purtroppo mai goduto".

 

"Gli importi accertati infatti sono superiori al totale delle vendite dirette del gruppo per il periodo del controllo fiscale (dal 2001 al 2006)". Le Entrate avrebbero applicato l’Iva "a tutte le vendite (anche a quelle intracomunitarie, pacificamente esenti dal tributo), senza consentire a Iff e a 22 srl di detrarre l’imposta passiva". Inoltre, hanno calcolato l’imposta sul reddito sul margine lordo della Iff  "senza dedurre tutti i costi sostenuti dalla società in Lussemburgo. Spese per dipendenti, utenze, fornitori, e ingenti royalties pagate alla società madre, che utilizza gli importi per finanziare le altre attività: marketing, acquisizione ordini, pubblicità, servizi fotografici, sfilate, personale generico e costi amministrativi".

 

Da una parte, argomenta la Bikkembergs, "il fisco italiano sostiene che tutta la commercializzazione è stata fatta in Italia; dall’altra non riconosce le spese legittimamente e incontestabilmente sostenute per lo svolgimento dell’attività medesima". Una ricostruzione ‘paradossale’, avallata dal giudice di primo grado, che "non ha tenuto conto dei bilanci certificati della società, depositati agli atti". Una sentenza "giuridicamente infondata e iniqua", contro cui lo stilista sta preparando appello, confidando che il giudice di secondo grado "renda giustizia alle società coinvolte".

 

Si colpisce un investitore straniero "che ha cercato di impiantare parte rilevante della propria attività in Italia ma vede danneggiata la sua reputazione, malgrado i propri sforzi per contribuire all’economia locale". Un pronunciamento che mette a rischio "oltre cinquanta posti di lavoro". "Riteniamo - conclude la nota - che tutto ciò non possa e non debba avvenire in un Paese civile".

 

Nonostante sia stato smentito il collegamento con la recente sentenza, il gruppo Bikkembergs ha deciso di lasciare ufficialmente la sponsorizzazione dell’Fc Fossombrone, dopo aver portato la squadra fino alla serie D. Dopo cinque anni di proficua collaborazione con la squadra di calcio locale "il gruppo ha raggiunto gli obiettivi di comunicazione alla base della sponsorizzazione, e ha deciso di concentrare i propri sforzi nel proprio core business".

 

Lo stilista belga divenne sponsor ufficiale del Fossombrone nel 2005. Una collaborazione definita "splendida", quella fra lo stilista e il club: "La squadra ha vinto il campionato di eccellenza e nel 2009 ha guadagnato il passaggio in serie D, per la prima volta in 50 anni di storia. Nel 2010 il team ha chiuso il primo anno di campionato al secondo posto, mancando per un soffio la vittoria". Ora però, dovrà ricominciare da capo, e in corsa, con il rischio di non trovare altri sponsor.