Fano, 11 novembre 2011 - QUALCUNO, da Fano, sembra rispondere all’appello di questi giorni a comprare il debito pubblico italiano per salvare la... Patria. Il primo a lanciare l’idea era stato qualche giorno fa un libero professionista che aveva acquistato una pagina per sollecitare gli italiani a comprare Btp. L’invito è stato ripreso ieri dal presidente di Confindustria Marche, il fanese Paolo Andreani che ha acquistato Btp alla Casrifano che dopo aver dichiarato, sulle pagine del nostro giornale, di aver acquistato Certificati dello Stato, si è augurato di aver «dato il buon esempio e di essere seguito da molti altri». Effettivamente i risparmiatori fanesi non si sono fatti intimorire dalle turbolenze dei mercati e in diversi si sono presentati nelle loro banche di riferimento per sottoscrivere Bot e Btp.

ESPLICITO riferimento agli articoli apparsi nei giornali in queste ultime settimane avrebbero fatto alcuni clienti della Carifano, uno addirittura all’estero per motivi di lavoro che ha dato ordine di acquistare Btp dal Canada. Clienti che avrebbero espresso la volontà di partecipare all’asta dei Bot per «sostenere il loro paese». Raccontano dalle banche locali di un clima tranquillo tra i piccoli investitori, senza richieste di vendite. «I nostri clienti — assicura Marco Rossi responsabile Area Finanziaria della Bcc Fano — non sono affatto intimoriti, hanno comprato e continuano a comprare titolo di Stato. Se nei giorni scorsi ad investire erano soprattutto persone esperte dal punto di vista finanziario, oggi l’interesse per Btp e Bot è più diffuso».

Nessun allarmismo da parte dei clienti — assicurano dalle banche — e soprattutto nessuno che abbia chiesto di vendere i titoli in loro possesso. «I nostri clienti — fa sapere la responsabile della filiale di Fano della Bcc Susasa, Susanna Svarca — sono piccoli risparmiatori poco interessati ai titoli di Stato, in questo momento molto redditizi ma ad alto rischio. Visto il rapporto fiduciario che hanno nei nostri confronti preferiscono investire in titoli emessi dalla banca».

«Certo qualcuno ha avuto bisogno di essere rassicurato — fanno sapere dai principali istituto di credito presenti in città —, ma niente di più. In ogni caso siamo abituati ad affrontare situazioni critiche, dal 2000 (l’anno dell’attentato alle torri gemelle di New York) in poi ce ne sono state diverse, come la gravissima crisi finanziaria del 2008. Anche se questa volta nel mirino sono i titoli di Stato con il coinvolgimento di una platea molto più ampia, non sembra ci sia eccessiva preoccupazione». Il movimento comunque c’è e viene registrato anche perché, patriotismo a parte, in questo momento i titoli di Stato con questi rendimenti vengono considerati un buon investimento anche dai tecnici tenendo soprattutto conto dei rendimenti che si spuntano lasciando risparmi nel conto corrente. In pratica non si fa... pari con la svalutazione.