Fanum Fortunae non riesce a decollare, si dimette Belli

Aerporto, è il terzo flop per la società che gestisce l'impianto

Non c’è pace per l’aeroporto di Fano, se ne va il terzo amministratore di fila

Non c’è pace per l’aeroporto di Fano, se ne va il terzo amministratore di fila

Fano, 10 dicembre 2016 - La Fanum Fortunae, non riesce proprio a decollare. E’ rimasto impantanato nella pista anche il terzo amministratore unico della società aeroportuale fanese. Si è infatti dimesso Giuseppe Belli che spiega così la sua decisione: «Mi hanno lasciato solo, ma l’amministratore non può fare il despota – dice –. C’è bisogno che ognuno si assuma le sue responsabilità. Ci vuole sostegno da parte di tutti. Bisogna cambiare il modo di avvicinarsi alla problematica. Già dopo due settimane volevo rinunciare».

Il problema è che alla vigilia del Bando Enac per l’affidamento della gestione dell’aeroporto di Fano, la matassa appare parecchio ingarbugliata: uno dei soci, la Camera di Commercio, vuole vendere le sue quote; un altro socio, l’amministrazione comunale, è schiacciata tra l’incudine e il martello impugnato dai 5 Stelle che battono forte sulla questione trasparenza chiedendo non solo chiarezza ma l’uscita del comune dalla società.

«Nel giro di soli sei mesi – sottolineano i 5 Stelle – un amministratore revocato dai soci (Gianluca Santorelli) e due dimessisi (Rita Benini e Giuseppe Belli) testimoniano il totale fallimento della politica locale in una società partecipata pubblica che dovrebbe gestire un aeroporto dove, tra l’altro, non vengono effettuate attività di interesse pubblico generale, ma solo dei voli privati».

A questo punto i 5 Stelle vogliono sapere chi c’è dietro le due società fiduciarie, una con sede in Lituania e l’altra a Malta, con cui «la Fanum Fortunae, società pubblica, aveva sottoscritto onerosi contratti di servizio». «Abbiamo chiesto di sapere – incalzano Omiccioli & Co. – come sono stati spesi i fondi liquidi derivanti dall’aumento di capitale sottoscritto e versato nel 2010 dai soci per circa 600mila euro, denari che erano destinati a specifici investimenti connessi alla realizzazione della pista in asfalto... i soldi sono finiti e pista non è stata mai fatta».

I consiglieri pentastellati chiedono quindi al sindaco di Fano «opportuni approfondimenti» su una nota integrativa all’ultimo bilancio depositato della Fanum Fortunae, quello 2015 firmato dalla Benini, in cui si legge: “Si fa presente che l’organo amministrativo, non potendo valutare in questa fase se le spese effettuate dal precedente amministratore siano rispettose dei criteri stabiliti per le società pubbliche, sia per la natura che per entità delle spese stesse, si riserva di effettuare gli opportuni approfondimenti, e prudenzialmente ha rilevato nel presente bilancio la voce recuperi diversi per euro 70.000, rettificati, per pari importo, dal relativo fondo rischi iscritto nel passivo”. Tutto tace.

«Forse gli Enti soci non vogliono fare chiarezza per non ammettere scelte sbagliate e mancata vigilanza?» domandano i 5 Stelle. Dal canto suo il sindaco Seri è tranquillo. «La situazione non è semplice, ma ci sono tutte le condizioni per far riprendere la Fanum Fortunae. Certo, ci vuole una persona di equilibrio alla guida. Ho già un nome, ma ne devo parlarne prima con gli altri soci».