Edoardo, morto a 8 anni: al Fenile una veglia di preghiera. E' il giorno dei funerali

Il bimbo è deceduto venerdì sera mentre stava andando con il papà al Memorial Luciano Eusebi. L'intera città in lutto. "Ora la politica deve fare scelte coraggiose" dice Di Sante che due anni fa ebbe lì un incidente fotocopia FOTO L'incidente

Edoardo Serafini

Edoardo Serafini

Fano (Pesaro e Urbino), 28 giugno 2015 - Due rose di colore rosa e tre campanelline bianche strette in un abbraccio di edera. Il sole le ha appassite in poco tempo e ora sono piegate lì, al lato della strada della Selva, nel punto esatto in cui venerdì sera ha perso la vita un bambino di 8 anni e mezzo, volato dallo scooter del papà sotto le ruote di un mezzo agricolo. Fiori recisi da un giardino e portati lì da qualcuno, simbolo di una città ferita e sconvolta che si è stretta tutta attorno alla famiglia del piccolo Edoardo Serafini: alla mamma Angela, al papà Alessando e al fratello di 16 anni, Alessandro anche lui, ai nonni Sandro e Antonio, Vilma e Mariangela. Stasera alle 20.30 nella parrocchia dei Santissimi Pietro e Andrea Apostoli (al Fenile) una veglia di preghiera e domani alle 15.30 i funerali del piccolino.

Quando si è consumata la tragedia, padre e figlio, residenti al Fenile, stavano andando in scooter al campetto di calcio di Rosciano, dove Edoardo era atteso per giocare la finale dell'8° Memorial Luciano Eusebi, il torneo di calcio dedicato ai pulcini della provincia. "Ci son due strade per arrivare al campetto – racconta Cesare Dionigi, l'allenatore dei pulcini della Polisportiva Arzilla, ora in lutto - quindi, bene o male, dell'incidente sapevamo tutti. E quando non abbiamo visto arrivare Edoardo... abbiamo fatto due più due. Ma ai ragazzi non abbiamo detto niente. Abbiamo sperato fino all'ultimo che non fosse così". Intanto a Pesaro, poco prima delle 20, mentre stava lavorando davanti ai fuochi della cucina di Alceo, come sempre da un anno e mezzo a questa parte, il cellulare della mamma di Edo squilla, il volto che si sbianca, lei che dice alla titolare, "Grazia scusa, devo correre... poi ti chiamo". Dall’altra parte c’è Alessandro, il compagno e padre di Edoardo, che le ha annunciato qualcosa di molto grave. Angela prende la macchina e si precipita verso l’ospedale. Una mezzoretta dopo, un’altra telefonata, sempre alla moglie di Alceo: "Edoardo è morto, è finito tutto, è finita la mia vita...".

Per gli adulti al campetto di calcio sono state ore di angoscia culminate nella tremenda ufficialità."Con i genitori abbiamo concordato di continuare la serata, premiazioni comprese, perché non è facile da spiegare ai bimbi di 8 anni una tragedia del genere - prosegue Dionigi -. Bisognava farlo a casa. Abbiamo cercato di non fargli vedere il nostro dolore. Per me è stato difficile in maniera particolare, perché alleno anche il fratello più grande... Edoardo lascia un vuoto in tutti noi. Sapeva farsi voler bene. Questo è un gruppo di 13 ragazzini che vivono nell'arco di un chilometro e frequentano quasi tutti la stessa classe. Non sarà facile". "Edoardo era un bambino eccezionale e un giocatore eccellente – aggiunge uno dei dirigenti della Polisportiva Arzilla, Francesco Marcucci -. Giocava e correva sempre con il sorriso. Era anche di un'educazione unica... un angelo in terra, ora lo sarà in cielo". 

Esattamente due anni fa su quella stessa strada, un chilometro prima, il presidente regionale Coldiretti Tommaso Di Sante ebbe un incidente simile: in moto incrociò un mezzo agricolo e cadde a terra. Finì in coma per diversi giorni. Ora questa tragedia apre una grande ferita in tutta la sua famiglia, che rivive il dramma di allora, tanto più che "Edoardo andava a scuola con mia figlia, terza elementare a Fenile" dice. Da padre non riesce neppure a pensare al dolore di Alessandro Serafini. "In Italia facciamo i ragionamenti sempre dopo le tragedie. A me due anni fa è andata bene. Speriamo che adesso la politica faccia delle scelte, anche se scontentano qualcuno. Perché qui siamo in campagna e i trattori devono circolare. Ma siamo anche a cinque chilometri dalla città e ci vuole una pulizia delle strade, una viabilità corretta, una segnaletica. Ci vuole il coraggio di gestire le cose. Bisogna fare progetti e scelte".