Lettere anonime contro il vescovo, Farneti: “Campagna denigratoria”

Per alcuni le sue omelie contro i poteri forti della città non sono piaciute

Monsignor Armando Trasarti

Monsignor Armando Trasarti

Fano (Pesaro e Urbino), 30 settembre 2014 - Fano come Città del Vaticano. Il vescovo mette ordine nella curia, incoraggia la città alla ribellione pacifica, detta l’agenda alla politica... e subito gli arrivano lettere minatorie. Qualche settimana fa infatti il vescovo avrebbe confidato ad alcuni sacerdoti che, dopo le omelie di agosto che tanto scalpore hanno suscitato in città scuotendo l’opinione pubblica, starebbe ricevendo lettere anonime di invito a dimettersi ed andarsene da Fano.

A detta dei ben informati il timore più grosso di monsignor Trasarti è che alcune di queste missive possano provenire addirittura da ambienti clericali, magari legati ai gruppi di interesse che lui avrebbe stigmatizzato.

La notizia circola da qualche giorno nelle parrocchie tant’è che l’altra domenica il parroco della chiesa del porto, Padre Gianfranco, ne ha fatto un accenno durante la sua omelia: «Ho invitato la comunità a pregare per il vescovo e soprattutto a non usare mai metodi non idonei». Perché? «Perché girano lettere anonime contro il vescovo, sulla messa che ha fatto nel trentennio della venuta di Giovanni Paolo II. Sono arrivate ai preti. E’ una polemica politica... Io ho invitato nell’omelia ad avere più la capacità di dialogare, piuttosto che servirsi di questi strumenti. Anche perché la persona del vescovo è un angelo della chiesa di Fano e ci vuole sempre un dialogo sereno, rispettoso, senza usare termini pesanti».

La speranza dei parroci è che a scrivere queste lettere minatorie siano i soliti sciocchi. «Ho invitato alla solidarietà perché Trasarti è una persona che ha dato tutto e dà tutto. L’ho visto rattristato, d’altra parte... qui i vescovi di Fano sono sempre morti di crepacuore o hanno avuto incidenti di percorso (leggi malattie, ndr). Micci è morto per un’emorragia cerebrale perché si è trovato in una situazione caotica, Cecchini ha avuto anche lui problemi e ha perso la memoria e tutto quanto, a Tomassetti gli ha preso un tumore, questo ha avuto i suoi problemi. Io credo che ci voglia una maggiore serenità e voglia di confrontarsi sulle tematiche che possono essere spinose, difficili, controverse dal punto di vista umano, sociale ed economiche. Ci sono metodi e metodi. Il principio della tolleranza dobbiamo impararlo tutti, piuttosto che ricorrere a mezzi offensivi».

«C’era da aspettarselo e metterlo in conto» dice Angiolo Farneti direttore della Caritas, un altro a dire pane al pane e vino al vino. «La campagna che minacciano — spiega — è una campagna denigratoria nei suoi confronti per riuscire ad intaccare la sua credibilità. Non son minacce di morte, ci mancherebbe». Da che ambienti possono provenire? «Io penso che ha attaccato i poteri forti facendo riferimento alla massoneria locale, alla Fondazione, alla Sanità... ha attaccato troppi problemi a volte anche in modo superficiale. Perché in una sera non poteva approfondire. Ha dato spot che hanno dato fastidio a tante persone. La reazione era da prevedere. Penso che se ne debbano prevedere anche altre, più subdole».