Mentre si parla di ospedale unico... i malati emigrano

Carlo Moscelli, partendo da una vicenda personale, lancia un appello alla politica.

L’ospedale Santa Croce di Fano

L’ospedale Santa Croce di Fano

Fano (Pesaro e Urbino), 5 ottobre 2015 - Lettera dedicata ai sostenitori dell’ospedale unico a discapito di migliori attrezzature e maggior numero di medici e paramedici. Piccola storia personale: mi viene riscontrato un carcinoma alla corda vocale destra.

Non operabile dalla pur ottima equipe del dottor Migliori al S. Croce perché si trova là dove il tubo dell’anestesista impedirebbe una “pulizia” completa con il laser. Mi si consiglia una consulenza per Radioterapia e da qui, avendo già fatto in passato una Radioterapia, una consulenza a Riccione per l’I.E.O. di Milano. Il responso di Milano è: niente radioterapia o laser ma laringectomia ricostruttiva o più probabilmente totale. Nuova consulenza a Brescia da un luminare che mi conferma l’indicazione datami dal  dottor Migliori:  possibile l’intervento con il laser in jet Ventilation, ovvero con una apparecchiatura che permette di operare senza  il  tubo anestesiologico; ma purtroppo nella Azienda Marche Nord questa apparecchiatura non c’è. Partenza successiva per Genova, con moglie al seguito, ed in 5 giorni intervento perfettamente riuscito e ritorno a Fano.

Costi: per la Sanità il ricovero a Genova, per me le consulenze a Riccione, Milano e Brescia, viaggi in treno per 2 persone a Brescia e Milano, per tre persone (moglie e figlio accompagnatore a Genova), pensione per moglie a Genova, ristoranti, ecc. Il tutto perché a Pesaro e Fano si parla di un milionario ospedale unico e non si trovano i soldi per una attrezzatura non costosissima (25mila euro?) utile anche per più specialità, che mi avrebbe consentito l’intervento che ho dovuto fare a Genova. Politici ed uomini della Sanità, riflettete!

Carlo Moscelli, Fano