Due yacht dati alle fiamme: l’azienda è del figlio di Romiti

Incendio alla Sim di Monteporzio, che fa capo alla famiglia dello storico dirigente Fiat FOTO I danni del rogo

Due yacht dati alle fiamme

Due yacht dati alle fiamme

Monteporzio (Pesaro), 18 agosto 2014 - Due scafi in vetroresina sono stati incendiati (foto) nel primo pomeriggio di ieri a Ponte Rio di Monteporzio. Appartengono alla società Sim, un’azienda che fa capo alla famiglia Romiti, e che aveva rilevato nel 2011 il ramo d’azienda della Franchini international finita in concordato. Il capannone si trova in via Padana13. Sono stati bruciati anche due container di rifiuti posizionati a 50 metri di distanza dagli scafi, e appartenenti alla ditta Baioni Crashing, in via Cesanense 176.

Questo fa pensare più ad un raid vandalico che ad un gesto mirato contro la Sim di Maurizio Romiti. Il fuoco, alimentato da qualche liquido infiammabile, ha distrutto uno scafo di pochi metri e parzialmente danneggiato lo scafo di uno yacht molto più importante. Per spegnere le fiamme sono intervenuti i vigili del fuoco di Pesaro, Fano, Arcevia e Senigallia. Un lavoro durato tre ore ma che ha permesso di arrivare al completo spegnimento delle fiamme.

L’allarme per le fiamme è stato lanciato intorno alle 14 di ieri, quando si è visto alzare il fumo dai container contenenti i rifiuti. Subito dopo le fiamme hanno cominciato ad arrostire i due gusci in vetroresina posizionati e abbandonati fuori dalla fabbrica da almeno tre anni. All’arrivo dei vigili del fuoco la situazione era complicata. Le fiamme potevano estendersi in un attimo anche alla vicinissima fabbrica con tutto quello che avrebbe comportato. Invece le varie squadre di pompieri sono riuscite a contenere il fuoco riuscendo a bloccarlo salvando i due terzi dello scafo di venti metri mentre il guscio più piccolo è andato totalmente distrutto.

Il valore del danno è di poco conto perché le due strutture erano state abbandonate da tempo alle intemperie e questo le aveva già compromesse. Secondo gli accertamenti tecnici effettuati sia dai vigili del fuoco e che dai carabinieri, la vetroresina non può incendiarsi da con facilità e dunque quelle fiamme sono state appiccate da qualcuno per ragioni sconosciute.

L’ipotesi che possa esser stato un atto vandalico è quella più plausibile. Non c’è nulla che leghi l’ex Franchini con la Baioni e soprattuto non c’è alcun motivo di incendiare due scafi ormai in fase di rottamazione appartenenti ad una ditta che dopo l’acquisizione della Franchini per arrivare all’omologa del concordato non ha più svolto alcuna attività né per conto terzi né in proprio. Di fatto la Sim di Maurizio Romiti è un’azienda chiusa che non ha creditori alla porta. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Monteporzio.