Il buon senso gettato nel bidone

Fano (Pesaro e Urbino), 26 marzo 2015 - La sua colpa, a 92 anni suonati, è che è ancora vivo. Non solo. Vivo e arzillo. Non solo. Lavora ancora nei campi, come quando ne aveva venti, e a quei tempi la ‘raccolta differenziata’, beato lui e quel mondo, era una bestemmia da marziani. Così, quando pochi giorni fa gli ispettori ecologici dell’Aset, la municipalizzata che gestice la raccolta rifiuti a Fano e dintorni, lo hanno visto uscire dall’orto in cui lavorava e, attenzione, depositare a terra ben due contenitori, di carta e plastica senza, attenzione un’altra volta, differenziare e mettere negli appositi contenitori dell’‘isola ecologica la carta da una parte e la plastica dall’altra, ecco, i due, invece che suggerirgli, con la dovuta soggezione, «ci scusi signore, lei magari ha combattuto il Fascismo e il Nazismo, e pure la fame e la Spagnola, ha visto nascere la Repubblica e potrebbe insegnarci tante cose, ad esempio come si fa ad arrivare a 92 anni con ancora l’energia di tenere la vanga in mano, ma i rifiuti adesso vanno messi, attento, uno di qui e uno di là».

Ecco, invece di dirgli certe miserevoli fesserie, hanno fatto davvero gli ispettori, e gli hanno comminato un verbale, 50 euro, che magari al nonnino nostro gli servivano per curarsi l’artrosi. Vero, non è questo il modo di ragionare: «Mica gli chiediamo i documenti, a chi non rispetta le regole, e poi non stiamo a vedere certo se è arzillo o meno», ha detto, l’ingegner Lucia Capodagli, presidente del cda di Aset. Inattaccabile. Il nonnino invece ha detto: «Ma te guarda, a 92 anni anche questa mi tocca subire». Inattaccabile anche lui, che ne ha viste tante. La tragedia è che il buon senso, evidentemente, quando lo butti via, non è come la plastica e la carta: non si ricicla.