Monte Porzio, le trivelle non entreranno in azione negli 11 comuni della provincia

Il Ministero respinge l’istanza di permesso di ricerca presentata dalla società Mac Oil

Nella foto il consigliere regionale Federico Talè

Nella foto il consigliere regionale Federico Talè

Fano, 28 novembre 2015 - Possono tirare un sospiro di sollievo i cittadini di 11 comuni della provincia di Pesaro e Urbino: «Le trivelle non deturperanno e non metteranno a rischio la Valcesano e la valle del Metauro». Lo annuncia il consigliere regionale Federico Talè riferendosi all’istanza di permesso di ricerca in terra ferma denominata ‘Monte Porzio’, che era stata presentata dalla società Mac Oil ed era finalizzata ad attività di indagini geofisiche e di perforazioni esplorative per l’individuazione di giacimenti di idrocarburi in una superficie di 208,7 chilometri quadrati a cavallo del fiume Cesano. «Di questi – riprende Talè – 90,58 erano in provincia di Ancona e 118,12 chilometri quadrati in quella di Pesaro e Urbino, interessando i comuni di Barchi, Fratte Rosa, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Montemaggiore al Metauro, Orciano, Piagge, San Costanzo, San Giorgio e San Lorenzo in Campo.

Ebbene, ieri il Ministero dello Sviluppo Economico ha detto ‘no’ al progetto, in quanto né i profili della società richiedente, né quelli tecnico-economici dell’istanza di ricerca sono stati ritenuti adeguati. Pertanto, è stato negato il permesso e nessunissima trivellazione verrà effettuata in questa zona». Il consigliere regionale Talè aggiunge: «Ringrazio per l’ottimo lavoro svolto l’assessore all’ambiente della Regione Marche, Angelo Sciapichetti, il funzionario Mario Smargiasso, presente ieri al Mise, e tutte le forze del territorio che si sono battute per ottenere questo importante risultato, fornendo un prezioso contributo alle istituzioni. Mi riferisco, in particolar modo, al gruppo di riflessione, politica e sociale ‘Fuoritempo’ di San Michele al Fiume, che si è fatto carico tra l’altro, consultandosi con autorevoli esperti, di scrivere una memoria di oltre 50 pagine firmata e spedita da molti comuni alla Commissione per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie e al Mise.

Il fatto di aver portato a Roma le legittime istanze di un intero territorio e di tutte le sue componenti è stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo di salvaguardia di un’area con un ricco patrimonio storico, ambientale e socio-economico. Siamo di fronte all’esempio concreto che quando istituzioni e forze cittadine lavorano all’unisono per lo stesso risultato gli esiti sono estremamente positivi».