La pista dell’aeroporto rimane a terra... volano 2 milioni a causa della Regione

La Camera di Commercio avrebbe deciso di uscire da Fanum fortunae

Fano (Pesaro e Urbino), l’aeroporto civile (Foto Petrelli)

Fano (Pesaro e Urbino), l’aeroporto civile (Foto Petrelli)

Fano (Pesaro e Urbino), 12 agosto 2014 - Un’occasione persa per la città. La pista dell’aeroporto di Fano non si farà più. E per questo pare che la Camera di Commercio voglia uscire dalla società aeroportuale Fanum Fortunae. Le premesse sono ormai note: a novembre scorso l’Enac ha stanziato, comunicandolo per iscritto, 2milioni e 300mila euro circa per l’asfaltatura della pista per permettere la sfruttabilità dell’aeroporto di Fano anche dopo i periodi di pioggia.

In questi ultimi giorni, infatti, l’unico aereo che decollava e atterrava è stato il Pilatus dei paracadutisti perché di derivazione militare. Tutti gli altri sono restati fermi a terra. Mettendo a disposizione quei 2 milioni, l’Enac non ha stanziato i soldi (80mila euro circa) per la Valutazione di Impatto Ambientale perché in base alla normativa nazionale la Via non è dovuta. Ma la Regione Marche aveva una sua legge sul Via, che nel frattempo è stata dichiarata anticostituzionale: diceva che gli ampliamenti e le modifiche strutturali agli aeroporti dovevano essere soggetti a Via.

L’Enac ha fatto 15 aeroporti in tutta Italia e, in nessuno, la mancanza del Via ha impedito la realizzazione. Nel frattempo, con la Spendig Review, l’Enac ha più volte sollecitato la Regione Marche a darsi una mossa perché in tempo di vacche magre non poteva tenere vincolati dei soldi che servivano anche altrove. E’ passato un anno ma l’ufficio regionale non ha cambiato posizione e il direttore generale dell’Enac nell’ultimo incontro fatto un mese fa ha comunicato che: «i soldi per Fano non ci sono più». Non vuole commentare l’amministratore delegato della Fanum Fortunae Gianluca Santorelli, ma l’espressione del volto dice tutto. «No comment». Ma incalzato: «Stiamo aspettando dichiarazioni ufficiali, il sindaco Seri si è già interessato».

Voci di corridoio dicono col sottosegretario ai trasporti Nencini che però non ha dato rassicurazioni. «Spero ancora in una soluzione positiva, ma sinceramente sono stanco.... è sempre più difficile sviluppare imprese in Italia, quando la politica e la burocrazia mostrano di essere miopi e lontane dagli interessi della collettività. Mi aspetto una posizione chiara e sincerità da parte di tutti». Intanto l’aeroporto di Fano, nell’ultimo anno, ha registrato 170 atterraggi solo di turisti dall’estero; è tornata la scuola di volo, i paracadutisti vanno alla grande ed è ripartita pure l’officina meccanica che era fallita (la vecchia Flying work). In quelle strutture lavorano una ventina di persone, altrettante famiglie: 7 al ristorante, 2 alla Fanum Fortunae, 7 alla Eagle Aviation e 3 alla Polo Aviation.