Tutti a scuola di cucina per aiutare i piccoli malati

Domenica si svolge un’iniziativa per sensibilizzare alla sindrome di Pku

La dottoressa Vera Stoppioni

La dottoressa Vera Stoppioni

Fano, 17 ottobre 2014 - Un corso di cucina “speciale” per i pazienti con la sindrome fenilchetonurica o PKU, una malattia metabolica che se non seguita da una adeguata dieta aproteica può portare a gravi forme di ritardo mentale. L'appuntamento è per domenica 19 ottobre al Centro Itaca di Fano, con lo chef napoletano Raniero Rovere che insegnerà alle 70 famiglie partecipanti come “rendere buono e appetibile quello che spesso non lo è”.

Il cibo fa socialità. E quando un bambino non può mangiare le cose che mangiano tutti gli altri bambini? Se è già difficile per i pazienti celiaci, quelli che non possono mangiare “solo” alimenti con il glutine, districarsi in cucina o nei ristoranti, lo è ancora di più per quei bambini o adulti con fenilchetonuria, a cui è inibito ogni piatto che contempli le proteine. Praticamente tutto. “Questo significa che non mangiano, ad esempio, uova, latte o carne – spiega Vera Stoppioni, direttore della Neuropsichiatria infantile di Marche Nord -. Al massimo i nostri pazienti possono mangiare, ogni giorno, 5 grammi di proteine che corrispondono a 2 formaggini. Anche il consumo di verdure è risicato se pensiamo che i piselli hanno proteine come le patate. Ovviamente niente ceci, fagioli, pizza o yogurt; neppure il gelato, al massimo un ghiacciolo”. Per loro la scienza ha trovato soluzioni alimentari, poco gustose. Per questo la Neuropsichiatria infantile di Marche Nord, che dal presidio fanese è Centro Regionale di riferimento per questa patologia (113 pazienti seguiti anche dalle regioni limitrofe), ha abbracciato il progetto di Mevalia, ditta che produce alimenti senza proteine, e ha organizzato un corso di cucina con lo chef napoletano Raniero Rovere.

“In realtà sono molte di più di 70 le famiglie che seguiamo, quindi contiamo di riproporre nuovi appuntamenti aperti anche agli altri. Comunque questa iniziativa è molto importante perché la dieta è fondamentale – continua il direttore della Neuropsichiatria infantile -: questo difetto metabolico ereditario, se trascurato, può produrre ritardi mentali e danni al sistema nervoso centrale. Il corso di cucina ha proprio lo scopo, in una alimentazione priva di ogni gusto, di insegnare a rendere buono quello che spesso non lo è proprio perché le materie prime da utilizzare non sono molte. Ma ha anche un altro scopo: quello di educare al rispetto della dieta al fine di evitare problemi cognitivi”.