Il Comune di Fano non si arrende e cerca di riprendersi Marotta

Una parte della città era passata a Mondolfo a seguito della legge regionale varata il 17 giugno scorso

I sostenitori dell’accorpamento amministrativo di Marotta in spiaggia. La loro vittoria potrebbe essere ribaltata (foto Franceschetti)

I sostenitori dell’accorpamento amministrativo di Marotta in spiaggia. La loro vittoria potrebbe essere ribaltata (foto Franceschetti)

Fano, 14 novembre 2014 - Il comune di Fano non si arrende e cerca di riprendersi la sua parte di Marotta passata a Mondolfo a seguito della legge regionale varata il 17 giugno scorso e diventata operativa il 18 luglio. Il sindaco della città della fortuna Massimo Seri ha illustrato oggi le controdeduzioni che il suo Comune porterà al Tar con la speranza che quest’ultimo organo di giustizia rimetta gli atti del procedimento alla Corte Costituzionale.

Le osservazioni dell’amministrazione fanese si basano sulla consulenza fornita dal professor Antonio D’Atena, ordinario universitario di diritto costituzionale e presidente dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, la quale ravvisa nell’operazione attuata dalla Regione Marche diverse incongruenze. La prima è la violazione della riserva di legge con la quale si sarebbero dovuti definire i criteri di “popolazioni interessate” come base partecipativa del referendum.

In sostanza il Comune di Fano e tutti i contrari all’accorpamento marottese sotto la municipalità di Mondolfo contestano l’ammissione al referendum consultivo svoltosi il 9 marzo scorso (che decretò la vittoria del “si”) di una parte dei residenti a Marotta di Mondolfo. Tra le ulteriori incongruenze ci sarebbe la violazione del principio dell’equo processo davanti al Tar.

Insomma, dopo un iter protrattosi per oltre quattro anni, iniziato con una raccolta di 5mila firme consegnate in Regione nel dicembre 2010, i pareri dei consigli comunali interessati, quello del consiglio provinciale, l’analisi di un’apposita commissione regionale, un referendum e una delibera finale del consiglio regionale, sulla questione “Marotta Unita” sembra che non sia scritta ancora la parola “fine”.