Porto insabbiato: richiesta di danni

Marina dei Cesari e il pescaggio dei fondali: esposto in Procura

La spiaggia di Fano

La spiaggia di Fano

Fano, 19 luglio 2014 - L’entusiasmo con cui ieri il consigliere regionale Mirco Ricci ha annunciato che Fano avrà 1,5 milioni di fondi europei per il dragaggio completo del porto e la costruzione di una cassa di colmata stride profondamente con una realtà che ogni giorno deve fare i conti con i fondali troppo bassi del porto fanese. Marineria, nautica da diporto, cantieristica sono alla prese con una situazione che si aggrava ogni giorno che passa. Se ne fa interprete Enrico Bertacchi, amministratore delegato di Marina dei Cesari ed uno dei massimi esperti italiani del settore delle marine turistiche. «Non mi è chiaro — dice Enrico Bertacchi — a proposito dell’intervento del consigliere regionale Ricci che, infatti, parla di fondi europei per la realizzazione di una nuova vasca di colmata per i fanghi di Fano. Questo significa un iter burocratico e di realizzazione che non potrà durare meno di tre o quattro anni, come minimo. La conseguenza sarà che verranno lasciati ancora il porto turistico di Marina dei Cesari, la cantieristica, la marineria nelle condizioni di non poter operare come invece avrebbero pienamente diritto». All’amministratore delegato di Marina dei Cesari non va giù soprattutto il fatto che Fano debba ora trovarsi il posto per realizzare una nuova cassa di colmata quando dal 2007 ad oggi la Regione ha sempre ribadito in ogni incontro che i fanghi stoccati al porto e a Torrette sarebbero finiti ad Ancona. «CI ABBIAMO messo 7 anni per vederla finita — ricorda Bertacchi – e ora che una vasca di colmata c’è già, ci stanno dicendo un’altra cosa. Cioè che con questa promessa di una nuova cassa, dedicata proprio al porto di Fano, di fatto ci stanno dicendo che non c’è più spazio nella vasca di Ancona appena ultimata e che quindi Fano dovrà aspettare ancora. Costruirne una nuova. A questo punto, però io dico che Marina dei Cesari non aspetta più. Infatti, abbiamo scritto alla Regione e al Comune nello scorso mese di febbraio, ma dall’Amministrazione non ci è giunta neppure un cenno di risposta. Allora abbiamo deciso di rivolgerci alla Magistratura. In questi giorni abbiamo depositato al Tribunale la richiesta di un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), si chiama così, per dimensionare il danno economico che il persistere di questa grave situazione sta generando alla Marina dei Cesari. Il mercato della nautica sta registrando un debole miglioramento e siamo paradossalmente nella condizione di dover rifiutare le richieste di barche a vela sopra i 16 metri e barche a motore sopra i 30 metri perché non possiamo farle accedere al porto per problemi di pescaggio». Secondo i primi calcoli si parlerebbe di un danno intorno ai 200mila euro per yacht che avrebbero voluto ormeggiare a Fano, ma che per i ben noti problemi di pescaggi sono emigrati altrove portando immagine e soldi in altri lidi.