Omicidio di Lucia Bellucci, 30 anni all'ex fidanzato

Trento, la sentenza di primo grado dopo il rito abbreviato: comminata la pena massima possibile. La sorella dell'estetista di Pergola uccisa da Ciccolini: "Niente e nessuno potrà restituirci la nostra Lucy"

Lucia Bellucci e Vittorio Ciccolini

Lucia Bellucci e Vittorio Ciccolini

Trento, 8 ottobre 2014 - Trent’anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici e risarcimenti “importanti” (le cifre precise non sono state ancora rese note) alle parti civili. E’ la pena inflitta a Vittorio Ciccolini, l’avvocato veronese 46enne che il 9 agosto del 2013 ha ucciso con quattro colpi di coltello l’estetista pergolese Lucia Bellucci, sua ex fidanzata. La sentenza è stata emessa nel primissimo pomeriggio di oggi al Tribunale di Trento dal giudice Carlo Ancona dopo 3 ore e mezza di discussione. In pratica la pena massima possibile, che senza lo sconto previsto dal rito abbreviato sarebbe stata quella dell’ergastolo.

"E’ importante sottolineare – dichiara uno dei legali della famiglia Bellucci, Giuseppe Galli – che la sentenza è stata emessa immediatamente, subito dopo la conclusione della discussione, e questo è un segnale forte. Abbiamo lavorato per una pena esemplare – prosegue – e la pena esemplare è arrivata, così come volevano la famiglia e un’intera comunità, rappresentata dal sindaco di Pergola Baldelli". Baldelli, che da parte sua aggiunge: "Oggi è stata fatta giustizia. Non parlo di vendetta, ma di giustizia: quella che meritava un simile efferato delitto, compiuto da un uomo che ha ucciso una donna solo perché non poteva averla". "Niente e nessuno può restituirci la nostra Lucy e lenire il nostro dolore – dice la sorella della vittima, Elena Bellucci -, ma era giusto che ci fosse una pena commisurata all’atrocità commessa nei confronti di mia sorella".