Saipem, due ore di lotta: 600 lavoratori in sciopero, politici al corteo

Delegazione bipartisan guidata dal sindaco Seri. L’obiettivo: evitare che Eni ceda l’azienda. Ingorgo e code fino alla superstrada FOTO La manifestazione

Fano, lo sciopero dei lavoratori Saipem (Foto Petrelli)

Fano, lo sciopero dei lavoratori Saipem (Foto Petrelli)

Fano (Pesaro e Urbino), 20 novembre 2014 - Due ore di sciopero con presidio davanti alla Saipem (foto) di Fano. Stamattina sono stati 600 i dipendenti della sede fanese della controllata Eni a incrociare le braccia dalle 8.30 alle 10.30.

In 400 hanno presidiato l’ingresso dell’edificio nella zona industriale di Bellocchi, mettendosi in marcia intorno alle 9.30 lungo la doppia rotatoria d’ingresso, tanto da creare un ingorgo di auto e lunghe code fino alla superstrada. Avanti al corteo lo striscione sorretto da tutti i politici presenti: il sindaco di Fano Massimo Seri, la parlamentare Lara Ricciatti (Sel), il presidente del consiglio comunale Renato Claudio Minardi (Pd), le consigliere di minoranza Marina Cucuzza (Fi) e Carla Luzi (Sinistra Unita), il consigliere Hadar Omiccioli (Fano 5 Stelle).

A precederli una Fiat bianca con gli altoparlanti da cui il sindacalista Marzoli scandiva quanto scritto nel volantino distribuito ai cittadini che si sono uniti ai lavoratori. “I sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec nazionali, le Rsu e i lavoratori Saipem – si legge nella nota - ritengono necessario e urgente l’intervento del governo, affinché l’Eni ripensi il suo modello industriale, oggi finalizzato, secondo noi, ad un esclusivo rendiconto finanziario, abbandonando con ciò la sua tradizionale vocazione industriale che è stata alla base in tutti questi anni del suo successo sia in campo nazionale che linternazionale, con il fine di sbloccare una situazione che penalizzerebbe pesantemente una delle migliori aziende nazionali. Questo è l’obiettivo che ci siamo dati con lo sciopero ed il presidio”.

Al termine del presidio i dipendenti sono entrati tutti nei cancelli che solo un pugno di colleghi aveva varcato alle 8 per timbrare il cartellino come sempre. Soddisfatti gli organizzatori. “C’è stata una grande partecipazione sia oggi che in assemblea la settimana scorsa – dice Giorgio Marzoli -. Questo perché i lavoratori hanno capito il momento. Il fatto che oggi in tutta Italia i lavoratori dicano no alla cessione di Saipem è un segnale importante che il governo non può più ignorare. Deve essere sensibile a questa richiesta di portare Eni al tavolo e farla recedere dal proposito di vendere Saipem”.

“I lavoratori sono preoccupati – aggiunge Riccardo Morbidelli della Uil – perché questa per Fano è una situazione strategica: un’azienda così complessa, avanzata e competitiva non ce n’è un’altra nel centro Italia”. “C’è la partecipazione che ci aspettavamo – dice Francesco Desideri di Cisl Rsu Saipem – calcolando che molti sono fuori nei cantieri e per malattia. Diverse persone sono entrate ma è fisiologica questa cosa”.

Una voce fuori dal coro. “Siamo un pochettino in ribasso rispetto alle nostre aspettative perché in assemblea eravamo un pochino più numerosi – l’intervento di Cesare Luzi, segretario provinciale Ugl chimici -. Non sono pienamente soddisfatto. Siamo un po’ in ritardo con la manifestazione. A luglio Padoan ha detto che Eni ed Enel sarebbero state vendute al 5% forse sarebbe stato quello il momento di attirare l’attenzione invece siamo stati fermi e zitti. Il governo è contro i lavoratori”.

Anche il sindaco in prima linea. “Siamo tutti consapevoli del ruolo, dell’importanza e del peso che Saipem ha nella nostra città. Come amministrazione ci siamo mossi anche a livello governativo per segnalare tutte le nostre perplessità, i dubbi e le esigenze. E mi sto mettendo in contatto con i sindaci delle altre città dove ci sono sedi Saipem. Perché dobbiamo essere tutti uniti e solidali. Questa iniziativa è importante perché dà visibilità e richiama l’attenzione di Saipem anche sul nostro sito”.

Accanto a lui anche l’opposizione. “Ci sono perché Saipem è una realtà importante della nostra città – dice Maria Antonia Cucuzza -. Domani verrà a parlare di Saipem e di cosa si può fare a livello nazionale l’onorevole Abrignani vice presidente commissione industria e commercio e il senatore Ceroni. Abbiamo chiesto anche al sindaco Seri di partecipare perché questa deve essere una battaglia della città e non dei vari schieramenti politici”.

“Come presidente del consiglio - aggiunge Minardi – abbiamo organizzato già due incontri con tutte le forze politiche perché la battaglia per mantenere la sede di Fano è una battaglia strategica per tutta la città. Stiamo cercando ora di mettere in piedi un incontro con tutti gli altri sindaci. La presenza istituzionale di oggi è un segnale di solidarietà”. Unica parlamentare presente al picchetto, l’onorevole Ricciatti. Il 5 Stelle Cecconi è rimasto imbottigliato nel traffico ed è riuscito ad arrivare solo quando i lavoratori erano già rientrati tutti in ufficio.

“A livello nazionale abbiamo coinvolto Mise e Mef, ovvero il Ministero dello sviluppo economico ed Economia e Finanze – dice la Ricciatti – anche per andare a responsabilizzare non solo il governo centrale ma anche lo Stato che ha partecipazioni in Saipem. Perché i gioiellid i famiglia non si svendono. Comunque in commissione l’ad Descalzi ci ha rassicurato che non ci sarà l’effetto spezzatino e quindi Fano non sarà penalizzata”.