Bancarotta fraudolenta, arrestato l’imprenditore Stefano Cordella

Sedici persone denunciate, perquisite 20 società VIDEO Operazione 'Ultima spiaggia'

Fano, l’imprenditore Stefano Cordella è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta

Fano, l’imprenditore Stefano Cordella è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta

Fano (Pesaro e Urbino), 25 maggio 2016 -  La Guardia di Finanza ha arrestato l’imprenditore Stefano Cordella (video), 48 anni, per bancarotta fraudolenta. Avrebbe nascosto ai suoi creditori oltre 6 milioni di euro.

Cordella aveva interessi in tutto: dalla vendita di gas ed energia (sua la società Che Bolletta), dalle spiagge in concessione alla pubblicità, dai call center al Fano calcio (era stato vice presidente), ma anche siti web e giornali di annunci, oltre al tentativo di aprire un negozio di profumi in piazza San Marco a Venezia.

Ad un certo punto non pagava più nessuno, compresi gli affitti di appartamenti. Scrive in una nota la guardia di Finanza: “Le indagini, sviluppate sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pesaro ed eseguite dal Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro, sono iniziate nel corso del 2015 esaminando le vicende di due aziende di pubblicità che si occupavano anche della vendita a primarie società di servizi (per la fornitura di energia elettrica, gas, telefonia) di liste di nominativi da contattare tramite call center. Le due aziende sono state dichiarate fallite nel luglio 2013 dal Tribunale di Milano e nel luglio 2015 dal Tribunale Pesaro.

Dall’esame delle procedure fallimentari è emerso che l’imprenditore pur non apparendo nelle compagini societarie delle aziende fallite, di fatto ne era l’amministratore, gestendo la contabilità e i rapporti con le banche. In tale veste aveva nascosto alla curatela la contabilità delle società rendendo così difficile la ricostruzione del patrimonio societario ed occultando, con continui prelievi di denaro dai conti correnti, somme per oltre 6,3 milioni di euro in un arco di tempo di circa 3 anni.

Come ricostruito dalle indagini patrimoniali della Guardia di Finanza, che hanno interessato un gruppo di ben 18 società tutte riconducibili, a vario titolo, sempre a Stefano Cordella, i prelievi di denaro sono stati dirottati, in gran parte, su conti correnti personali dell’arrestato ed utilizzati per mantenere un elevato tenore di vita con abitazioni in famose località turistiche, frequentazione di ristoranti di lusso e la residenza in uno dei più noti palazzi storici del centro di Fano.

Una parte delle distrazioni è stata utilizzata per finanziare nuove società (call center per attività di vendita di energia elettrica e gas). Tra gli artifici finalizzati a confondere eventuali azioni di controllo, è stato individuato il costante utilizzo di denominazioni simili tra le varie aziende costituite e, poi, fallite nel tempo. Prima della chiusura, le sedi delle società venivano trasferite in altre province, mutando altresì l’amministratore, un mero prestanome – nullatenente – che acquisiva anche le quote societarie.

Oltre all’arresto, e la denuncia di altre 16 persone, la Guardia di Finanza di Pesaro ha proceduto alla perquisizione di 20 società di Fano, Senigallia, Rimini, Padova, Milano e Sant’Angelo in Vado, nonché le abitazioni dei soggetti coinvolti nell’indagine, sequestrando documentazione contabile, bancaria e informatica che sarà oggetto di ulteriore analisi”.

Aggiunge la Finanza: “Con l’operazione “Ultima spiaggia” la Guardia di Finanza di Pesaro ha arrestato un imprenditore che con spiccata capacità criminale e totale assenza di scrupoli, ha attuato la condotta di bancarotta esclusivamente per fini di lucro e per perseguire vantaggi personali, lasciando senza lavoro decine di ignari dipendenti. Le indagini hanno poi svelato un’ulteriore e distinta frode processuale perpetrata nei confronti della Commissione Tributaria Provinciale di Ancona”.