Tamponamento tragico, tutti i perché. La procura: "Perizia sul seggiolino"

La mamma e il piccolo stavano tornando a casa dopo il mare

Parenti, amici, conoscenti impietriti di fronte al dolore (foto Biagioli)

Parenti, amici, conoscenti impietriti di fronte al dolore (foto Biagioli)

Fano, 25 maggio 2016 - Era andata al mare col suo bambino. Al rientro, il tamponamento che non ha lasciato scampo al piccolo Chris. Debora Bisbocci, 25 anni, di Fossombrone, collaboratrice di un centro estetico, aveva trascorso un’allegra domenica in spiaggia col suo bambino di tre anni. Al rientro, il restringimento di carreggiata per il cantiere del viadotto di Sant’Ippolito, ha imposto al traffico un drastico rallentamento. L’urto con l’auto che la precedeva ha proiettato il bambino contro il sedile anteriore, provocandogli la morte.

Erano circa le 19, e Debora forse stava stava già pensando a quando sarebbe arrivata a casa a Fossombrone, la cena da preparare, gli impegni per la sera e quelli per il giorno dopo. Invece in un lampo viene spazzato via tutto. Quando arrivano sul posto le ambulanze, una, la prima, da Calcinelli, e l’altra da Fossombrone, trovano una situazione che appare subito estremamente difficile, in quanto nel bimbo riscontrano solo attività cardiaca senza pressione né respiro spontaneo. Giunta sul posto anche l’eliambulanza, il bimbo è stato intubato, ma l’ossigenazione del sangue non è mai salita né ha dato segni di alcun tipo di ripresa. Il decesso è stato dichiarato intorno alle 20,15. Presenti sul posto, oltre alla mamma, anche i nonni e diversi altri parenti, disperati per l’accaduto. I sanitari del 118 hanno fatto tutto il possibile, ma il bimbo aveva subito traumi troppo gravi: probabile frattura del bacino, un grave trauma addominale e la frattura dell’epistrofeo, cioè dell’osso del collo. L’impatto col sedile del passeggero è stato tale da piegarlo. Disperati e sotto choc i genitori, entrambi 25enni: Alan Del Tutto, operaio a Sterpeti, e Debora, impegnata in un centro estetico. La mamma, ricoverata ora a Urbino, è sotto choc ma le sue condizioni fisiche non destano preoccupazioni. Gli altri feriti se la caveranno in pochi giorni.

Spetta ora alla polizia stradale di Urbino, che ha eseguito i rilievi, ricostruire le fasi dell’incidente ma già dalle prime testimonianze è apparso chiaro che la giovane mamma non abbia colpe su come fosse assicurato il suo bambino al seggiolino. Che in qualche modo non ha tenuto ben ancorato il bimbo lasciando che sbattesse la testa contro lo schienale del sedile anteriore provocandogli danni cerebrali irreparabili. La procura della Repubblica di Urbino ha disposto il sequestro della vettura ed affiderà ad un ingegnere la perizia sul seggiolino e sui sistemi di ritenuta per verificare se ci possa esser stato stato un cattivo funzionamento che non ha impedito il verificarsi della tragedia. Verrà ascoltata quanto prima anche la mamma del bambino, le cui urla di dolore e disperazione sono state ascoltate da centinaia di automobilisti che a passo d’uomo transitavano in senso opposto alle vetture coinvolte.