Vescovo Trasarti: «Si draghi il porto, o lo farò io con la ruspa»

Festa del Mare dai toni accesi. Nella sua omelia il presule non ha risparmiato nessuno: «Mettiamoci sui binari se serve a bloccare i treni»

La cerimonia della corona in mare in ricordo dei caduti (Foto Tiziana Petrelli)

La cerimonia della corona in mare in ricordo dei caduti (Foto Tiziana Petrelli)

Fano, 2 agosto 2015 - «Riapriamo il porto o vengo io con la ruspa». E conoscendolo non ci sarebbe da stupirsi se lo facesse davvero.

Il cuore dell’omelia del vescovo Armando Trasarti in occasione della Festa del Mare che si è celebrata a Fano, non poteva che coincidere con il cuore del problema della marineria fanese: il dragaggio del porto. Ma a quel punto (che ha strappato un mare di applausi tra i presenti, facendolo imbarazzare come sempre), Trasarti ci è arrivato dopo aver toccato altre questioni importanti e nuove.

«Dobbiamo chiederci: “Io che fame ho nella vita?”. Non confondete mai il bene comune con il benessere. Rivoltatevi alle iniquità. Chi ha ruoli pubblici si faccia riconoscere: siate gente a favore della città anche quando alzate la paletta. Siamo chiamati ad educare e non ad ingannare la gente. Ci vuole il coraggio di dire la verità. Quando la vita si fa dura è comprensibile la mormorazione, ma ribellatevi: mettiamoci sui binari della stazione se serve a bloccare i treni. Dobbiamo amare la nostra città con gratuità, solidarietà e sussidiarietà. Per far rinascere Fano bisogna fare della provincia un territorio. Perché la Provincia non è un luogo privato, non è un recinto, non è una questione di campanili... altrimenti serpentine gelosie ci fanno sprecare tempo e denaro. Riapriamo il porto o vengo io con la ruspa. Portiamo i fanghi in mare come a Rimini, facciamo presto. Perché dove c’è lavoro c’è meno furto e delinquenza. Vi auguro un gran bene, dal mare ai monti».

Dopo la celebrazione eucaristica, sotto il tendone installato davanti al monumento dei Caduti del Mare a prendere la parola è stato il sindaco Seri. «E’ una ferita aperta quella della sicurezza del porto. Da quando mi sono insediato abbiamo lavorato per realizzare un vero dragaggio e domani, lunedì 3, nella conferenza dei servizi di Ancona definiremo le cose per dare una risposta vera con il primo dragaggio vero».

Poi si sono festeggiati i “Lupi di Mare”: (quelli della classe 1933 sono: Nello Arcangeloni, Luigi Carboni, Sauro Ciavaglia e Aurelio Pedini), e quindi è stata fatta la commemorazione del sommergibilista fanese Giovanni Franchini nel centenario della scomparsa e l’uscita in barca per deporre al largo la Corona di Alloro a ricordo dei Caduti del Mare ricordati anche con l’omaggio floreale lasciato ai piedi della statua de “La Tempesta” nel 51° anniversario del tragico fortunale dell’8 giugno 1964.