{{IMG_SX}}Fermo, 24 gennaio 2008 - Il sindaco Saturnino Di Ruscio è arrivato con le carte e i fascicoli sotto il braccio. S’è portato dietro i documenti per rispondere alla gente, a don Vinicio, a chiunque attaccasse le sue scelte. Il primo intervento tocca proprio a lui, del resto all’Amministrazione competono le scelte più dolorose, al primo cittadino tocca il compito ingrato di indicare il sito migliore per la centrale a biomasse.


Di Ruscio parte da lontano e spiega San Marco vista con gli occhi di un amministratore: "In quella zona una vera progettualità non c’è mai stata, lo scarso sviluppo cui abbiamo assistito è stato quasi casuale e comunque disordinato. Noi, nei limite del possibile, abbiamo cercato di dare una sistemata alle cose, abbiamo ristrutturato la scuola, portato l’illuminazione in zone prima al buie, abbiamo messo il marciapiede che è ancora da piastrellare ma c’è. E poi, partecipiamo alla ristrutturazione del convento così come abbiamo appoggiato la provincia nei lavori di messa in sicurezza della strada, dalle rotatorie ai semafori intelligenti".


Don Vinicio scuote la testa e sottolinea le parole del sindaco: "Sempre poco, qui del resto ci sono solo contadini che non chiedono mai nulla". Di Ruscio intanto passa a parlare del futuro: "Non mi si può dire che il depuratore nasconde interessi privati, le fognature servono a tutti e una struttura del genere deve stare a valle, non la possiamo mica fare in collina. La viabilità che oggi si contesta, con la Mare-monti che è invece uno dei progetti più importanti della nuova provincia di Fermo, è un’ipotesi valutata attentamente con tutti i 40 sindaci del territorio ed è indispensabile per non restare isolati e per rilanciare la nostra economia. Anche il motodromo può avere una valenza pubblica, così come il progetto della centrale rientra in un accordo di programma largamente condiviso sia dal pubblico che dal privato. Oggi, con che faccia ci tiriamo indietro? Che andiamo a dire a tute quelle famiglie che aspettano una ricollocazione lavorativa?".


Poi parla dei sogni e delle possibilità: "Per ogni situazione invasiva siamo sempre pronti a batterci per dare misure compensative al territorio. Per questa zona in particolare si pensa già ad un tessuto residenziale da realizzare attorno all’abbazia, con una piazza, una nuova scuola, spazi per lo sport e l’aggregazione, luoghi pubblici che possano ridare qualità della vita al quartiere".