{{IMG_SX}}Xushe (Cina), 6 novembre 2008 - Il presidente della Confindustria delle Marche Federico Vitali (nella foto), oggi ha siglato a Xushe (Jangsu) un accordo per l’ampliamento del suo stabilimento di batterie elettriche Faam.

 

Ecco il consiglio che rivolge a chi guarda ancora con timore a possibili investimenti in Cina, e ancora di più a investimenti cinesi in Italia: "La Cina sarà il 'trattore' dell’economia mondiale dei prossimi decenni, e gli imprenditori italiani devono avere il coraggio di affrontarla con quel poco di paura che fa correre di più’’.

 

La Faam, azienda leader del gruppo di Monterubbiano (Fermo), che fattura 83 milioni di euro e ha fornito 35 veicoli elettrici alle Olimpiadi di Pechino, è un esempio di internazionalizzazione attiva che può fungere da ponte per esperienze analoghe. Alla cerimonia di stamani era presente una delegazione di imprenditori calzaturieri guidata dal presidente delle Marche Gian Mario Spacca, il quale ieri, nel corso di una serie di incontri con il governatore dello Jangsu e le autorità politiche e istituzionali locali ha avviato le basi per nuovi accordi di reciprocità.

 

Primo risultato a breve: fra gennaio e febbraio prossimi - stando alle previsioni di Vitali - un gruppo di imprenditori dello Jangsu visiterà le Marche, probabilmente il Fabrianese e il Piceno, per verificare la possibilità di impiantare nella regione le fasi finali di alcune produzioni cinesi (meccanica, abbigliamento o elettronica) destinate al mercato europeo. Nel filone del memorandum di intesa siglato nel 2006 dalla Provincia dello Jangsu e dalla Confindustria nazionale, che ad oggi vede avviati in quest’area industrializzata della Cina 470 progetti di imprese italiane.

 

’’Quando sono venuto qui la prima volta, nel 1992 - ha ricordato Vitali - sono rimasto cinque giorni e poi sono scappato, perché il livello di disorganizzazione era totale. Poi un amico cinese mi ha introdotto a questa realtà per noi così diversa: ‘offri lavoro, non soldi, altrimenti litigherai’ mi disse. ‘Fai amicizia, impara a conoscerli e le cose verranno da sole’’’. E per la Faam China, presieduta dalla signora Wangxianghong, è stato realmente così. Lo stabilimento di Xushe (10 mila metri quadrati coperti) occupa attualmente 65 dipendenti, a fine 2008 fatturerà 4 milioni di euro, con una previsione di crescita che nel 2012 lo porterà a 20 milioni di euro e ad una produzione di 200mila celle trazione. Con lo sviluppo di un brevetto messo a punto insieme all’Università Politecnica delle Marche per nuove batterie capaci di realizzare un risparmio energetico pari al 27% (12.500Kwh) in cinque anni, con 4.500 kg di Co2 in meno emessi in atmosfera.

 

Per conseguire questi risultati nei tempi che si è prefissato, il presidente di Confindustria Marche ha stanziato 6 milioni di dollari e sottoscritto l’accordo di oggi con il sindaco della municipalità di Xushe (Comune di Yixing) Xiachong Sheng, nel corso di una festa per il primo compleanno della Faam Yibf con tutte le autorità locali e del partito cinese, gli operai e una coreografia di dragoni animati, fuochi artificiali e pioggia di coriandoli.

 

’’Certo - ha chiosato Vitali - per aprire un impianto come questo in Cina basta un anno. In Italia in 12 mesi, se va bene, puoi ottenere le autorizzazioni e forse neppure quelle’’. Un problema con cui le imprese cinesi intenzionate a investire da noi dovranno necessariamente fare i conti. Motivo per il quale, le Marche potrebbero aprirsi a capitali cinesi anche per potenziare le proprie infrastrutture (porto di Ancona e aeroporto soprattutto).

 

Ma la strada è tracciata: ‘’Non si può fare impresa globale se non sedendo al tavolo di un Paese che rappresenta un sesto della popolazione locale’’ è la convinzione profonda di Vitali, che qui ha mandato a lavorare come responsabile del marketing il figlio Ermanno, 27 anni. ‘’In Cina tutti guardano al futuro con interesse ed entusiasmo, ed è questa la chiave per affrontare le sfide che ci aspettano, compresa la crisi finanziaria internazionale’’.