Alluvione, imprese ridotte allo stremo. «Ancora nessun risarcimento»

Sant’Elpidio a Mare, il comitato: di quattro milioni non è arrivato neanche un centesimo

L’alluvione del 2011 a Casette d’Ete (foto Zeppilli)

L’alluvione del 2011 a Casette d’Ete (foto Zeppilli)

Sant’Elpidio a Mare, 3 marzo 2015 - Sono passati quattro anni dalla tremenda alluvione del 2 marzo del 2011. Una ricorrenza drammatica passata nel silenzio delle autorità, nell’indifferenza dei politici, «tutti impegnati in questioni elettorali interne, quando non in questioni di giustizia», scrivono le aziende alluvionate, che si sono costituite da tempo in comitato. «Ma c’è un buco nero in questa vicenda, sempre più enorme come il debito che ingoia ogni impegno, ogni promessa, ogni iniziativa – aggiunge il comitato delle aziende alluvionate –. Dei quattro milioni di euro stanziati per i risarcimenti a fronte di danni che ammontano a centinaia di milioni, tanta documentazione è stata per l’ennesima volta richiesta ad aziende e famiglie senza ancora alcun riscontro oggettivo».

Le aziende del Fermano coinvolte, a distanza di quattro lunghissimi anni, brancolano ancora nel buio, sono sempre più in crisi. Una crisi che già c’era e che per loro è stata aggravata da una tragica alluvione, in cui i beni primari sono andati completamente distrutti.

Aziende che si sono ritrovate «senza risorse economiche per ricominciare con dignità, senza aiuti né dalle banche, né da Regione e istituzioni. Agonizzanti. Si sono arrangiate come meglio potevano; alcune aziende hanno anche dovuto dichiarare fallimento, alcuni imprenditori si sono ammalati, altri infartuati. Altre aziende chiuderanno». La zona del Fermano più drasticamente colpita dall’alluvione, piange ancora le sue vittime. «La tragedia di quattro anni fa è prevalentemente ascrivibile alla incuria e al mal governo delle istituzioni preposte alla manutenzione di torrenti, fiumi, fossi, argini – scrivono le aziende –. Negli ultimi trent’anni la cura è stata carente e addirittura omessa». «A distanza di quattro anni siamo di nuovo in pericolo di esondazione, perché gli argini malamente ricostruiti dopo l’alluvione, con impegno economico non indifferente, sono di nuovo erosi in più punti», denunciano le imprese. «Nel quarto anniversario, i danneggiati lanciano con forza, una volta ancora, un grido di dolore e indignazione alle istituzioni tutte, Province, Comuni e soprattutto alla Regione, al presidente Spacca, ricordando che all’epoca dei fatti, per noi imprenditori non c’é stata manco una proroga al pagamento di tasse e balzelli – scrivono ancora –. Mentre tutti i politici a capo degli enti locali si sono impegnati per ottenere i risarcimenti, agli alluvionati, nonostante un provvedimento regionale dettasse le scadenze del 15 gennaio per far pervenire le graduatorie delle aziende ammesse ai risarcimenti, ancora oggi nessuno è in grado di dire alcunché».

Marisa Colibazzi