Assalto armato da Artoni, scacco alla banda

Due arresti e sette denunce per il maxi colpo di Montegranaro

Il camion rosso usato dai ladri per caricare la refurtiva (foto Zeppilli)

Il camion rosso usato dai ladri per caricare la refurtiva (foto Zeppilli)

Montegranaro, 23 aprile 2015 – Due persone arrestate e sette denunciate. È il bilancio dell’operazione dei carabinieri denominata «Pescescarpa» con la quale è stata sgominata la banda responsabile della rapina avvenuta il 25 giugno 2013 nella sede della Artoni autotrasporti di Montegranaro. Ci sono voluti quasi due anni, ma alla fine i responsabili di quel colpo, che aveva fruttato una refurtiva di circa 500mila euro, sono stati identificati e catturati. In manette sono finiti i napoletani Pietro Prinzi e Andrea Paolino Montanera, ritenuti i personaggi di spicco dell’organizzazione. I due sono stati arrestati in Campania dai carabinieri della Compagnia di Anagni, che hanno fatto scattare un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Frosinone.

L’indagine, condotta attraverso attività tecniche e dinamiche, ha consentito di procedere al deferimento in stato di libertà di altre sette persone. I nove finiti nel mirino degli investigatori sono accusati di rapina a mano a armata e di sequestro di persona per diversi colpi messi a segno, oltre che nel Fermano, anche in Abruzzo e nel Lazio. La rapina messa a segno da Artoni autotrasporti, nella sede di via Guazzetti, in zona Villa Luciani, aveva destato molto scalpore per il modus operandi e per l’ammontare della refurtiva. Alle 22.45 un tir aveva varcato a tutta velocità il cancello. Dall’interno erano saltati in strada sei banditi, che con il volto coperto da passamontagna e pistole spianate, avevano fatto irruzione all’interno del magazzino.

A quell’ora c’erano sei operai (altri quattro se ne erano appena andati) e due autisti di camion. Era successo tutto in pochi istanti. I rapinatori, con accento campano, avevano chiamato a raccolta gli operai e li avevano legati con delle fascette di plastica ai polsi e alle gambe, poi li avevano fatti stendere a terra. Nel deposito c’erano un carico di scarpe marcate Tod’s e Hogan (circa seicento) e Nero Giardini (duemila paia) già pronte per essere spedite: circa quattrocento pacchi di roba, più o meno 400mila euro. I banditi avevano slegato due operai e li avevano fatti mettere al lavoro sotto la minaccia delle armi. Tutto il materiale era stato caricato a bordo del camion, incluse decine di scatole di jeans Wampum, altri 100mila euro di refurtiva circa. Alle 23.15 il tir era ripartito a tutta velocità guidato da uno dei banditi, mentre gli altri rapinatori erano scappati a bordo di due auto di proprietà degli operai. Due impiegati erano riusciti a slegarsi, aiutandosi l’uno con l’altro, e avevano lanciato l’allarme. Troppo tardi. Dei banditi non c’era traccia.

Fabio Castori