Maxi furto al calzaturificio Bigioni

Montegranaro, rubate nella notte almeno tremila paia di scarpe

L’allarme scattato non ha fermato i malviventi

L’allarme scattato non ha fermato i malviventi

Montegranaro (Fermo), 7 febbraio 2016 - Un maxi furto di diverse migliaia di calzature (almeno 2-3mila) pronte per essere spedite è avvenuto la notte scorsa al calzaturificio Dino Bigioni, nella zona industriale sul lungo Chienti. I malviventi erano 4 se non 5, hanno agito nottetempo, facendo scattare due, tre volte il sistema di allarme che ha richiamato in azienda Riccardo Bigioni, uno dei titolari, per controllare che tutto fosse tranquillo. Non ha trovato niente di strano la prima volta, né la seconda ma intanto i malviventi avevano tagliato tutti i cavi esterni, messo fuori uso le fotocellule, le telecamere e, dopo aver forzato il cancello, rotto la porta di un magazzino che si trova nella parte retrostante dello stabilimento, erano riusciti a entrare con il camion all’interno e lì sono rimasti, chiudendo la porta.

Quando l’allarme è scattato nuovamente, Bigioni è tornato a controllare (come poco prima aveva fatto anche la vigilanza privata) ma non ha visto niente e nessuno poiché tutti i sistemi di allerta erano stati messi fuori uso, abbattuti i ponti radio. Bigioni non poteva immaginare che, la banda di malviventi si trovasse dentro lo stabilimento e che avrebbero agito indisturbati non appena se ne fosse andato, caricando sul camion almeno 10-12 bancali di scatoloni di calzature pronte per essere spedite. Non sono andati in nessun’altra parte dell’azienda, né nel magazzino pellami, né sulla manovia, né è stato toccato il campionario.

I ladri sono risaliti sul mezzo e sono scappati con un bottino piuttosto ingente che deve essere quantificato. Un’amarissima sorpresa per Riccardo Bigioni e per il fratello Ronny che era appena partito per una breve vacanza e che invece è dovuto rientrare precipitosamente. «Non è possibile sopportare tutto questo. Ti tolgono la voglia di andare avanti» è lo sfogo. «E’ tutto inutile: un sistema di protezione all’avanguardia neutralizzato con facilità. Come possiamo difenderci? Trasformando le nostre aziende in un bunker?». Ci sono i danni, ma non è questo che preoccupa Ronny Bigioni: «Le porte si sistemano, gli allarmi si ripristinano, le scarpe si rifanno. Ma uno non può rischiare la vita». Perché è questo il rischio corso dal fratello nel momento in cui è accorso in azienda, ignaro che del fatto che dentro c’erano i ladri. «Adesso pensiamo a mettere in sicurezza la fabbrica, ma poi va trovata una soluzione perché così non è possibile andare avanti» conclude Bigioni.