Bombe contro le chiese, sentite tre persone

I carabinieri vogliono stringere il cerchio attorno al responsabile degli attentati FOTO Chiesa transennata

Fermo, il casolare dove per gli investigatori sono stati realizzati gli ordigni

Fermo, il casolare dove per gli investigatori sono stati realizzati gli ordigni

Fermo, 1 giugno 2016 – Continuano a ritmi serrati le indagini dei carabinieri sulle bombe piazzate davanti alle quattro chiese fermane. Dopo aver scoperto il covo dove l’Unabomber dei luoghi religiosi ha costruito gli ordigni esplosivi, gli inquirenti hanno sentito i titolari del casolare abbandonato situato nelle campagne di Capodarco di Fermo e la donna che ha notato le luci all’interno dell’immobile.

È bene precisare che i tre sono stati ascoltati come persone informate dei fatti e non come indagati. I proprietari hanno dichiarato ai carabinieri che da mesi non si recano nella casa diroccata, in quanto inagibile e lasciata in stato di abbandono. 

Per il resto non hanno saputo aggiungere altro che potesse essere utile agli inquirenti per dare un nome e un volto al fabbricatore di bombe. Molto più interessanti le notizie fornite da chi per primo ha segnalato la presenza di qualcuno all’interno del casolare. La presenza del presunto bombarolo è stata notata nelle ore notturne, a causa delle luci che accendeva durante la lavorazione degli ordigni esplosivi, ma non è escluso che possa aver utilizzato il covo anche di giorno.

I carabinieri stanno continuando a setacciare la zona, ma soprattutto stanno ascoltando tutti i residenti più o meno vicini alla casa diroccata, per capire se possano aver notato qualcuno o qualche auto sospetta. 

È proprio in quel rudere, che si colloca su un colle nelle campagne tra Lido San Tommaso e Capodarco, che i militari dell’Arma hanno rinvenuto pezzi di miccia, barattoli usati come contenitori e resti della lavorazione delle bombe. I carabinieri, dopo aver tenuto d’occhio il casolare, hanno effettuato un blitz e hanno subito capito che si trovavano di fronte al covo dell’uomo, che, da tre mesi, sta terrorizzando il mondo ecclesiastico e la gente del posto. 

All'interno dell’immobile pericolante è stato trovato un tavolo coperto con una tovaglia in plastica, dove l’unabomber ha fabbricato gli ordigni esplosivi, che hanno colpito la canonica del Duomo, la casa parrocchiale di Lido San Tommaso, la chiesa di San Marco alle Paludi e quella di Campiglione.

Il reparto scientifico dell’Arma ha effettuato tutti i rilievi tecnici necessari a stabilire se il costruttore delle bombe possa aver lasciato tracce personali o impronte digitali che permettano di identificarlo. 

I luoghi finiti nel mirino, il primo ritrovamento risale al 28 febbraio, sono stati la canonica del duomo, la casa parrocchiale di Lido San Tommaso, la chiesa di San Marco alle Paludi e quella di San Gabriele dell’Addolorata a Campiglione.