Centrale a biomasse i candidati dicono no

Su Asite e Solgas il confronto si accende

Ha aperto la serata il presidente della Provincia Cesetti

Ha aperto la serata il presidente della Provincia Cesetti

Fermo, 12 maggio 2015 - Primo punto all’ordine del giorno, la centrale a biomasse a Campiglione. È l’agenda dei candidati sindaci a Fermo, argomento quanto mai spinoso, giocato in casa dal Citasfe, il comitato nato nel 2007 per portare alla ribalta i problemi ambientali di Campiglione e le prospettive pericolose. A moderare Elmo Tappatà, attorno i sei candidati, anche se a fare le veci di Marco Mochi per i 5 Stelle c’era Edmondo Lanteri. Stili diversi per affrontare nella sostanza lo stesso no alla centrale. Ad aprire il presidente della Provincia Fabrizio Cesetti che ha raccontato lo stato dell’arte, la nuova Valutazione di impatto ambientale non è ancora partita. E poi, la parola a loro, i sei, carte alla mano, hanno studiato tutti e ciascuno ha il suo stile e le idee per affrontare il discorso.

Lanteri ricorda che i 5 Stelle in tempi non sospetti hanno chiesto al Comune di Fermo di introdurre la valutazione sanitaria anche nel territorio fermano, per avere una nuova arma contro un progetto che non va fatto. Mauro Torresi, concreto e diretto, parla di un discorso che fin qui è stato poco produttivo: «Bisogna trovare nuove soluzioni, cerchiamo progetti, nuove soluzioni, borse di studio e pensiamo per esempio all'olio di alghe invece che l'olio di girasole per alimentare progetti comunque meno impattanti». Calcinaro parla da avvocato, insiste sulla resistenza giudiziaria: «Un viaggio a Bologna credo sia un’arma da perseguire, bisogna rimettersi attorno ad un tavolo perché qui le condizioni sono mutate, ci sarà il Montessori a due passi e bisogna ricominciare da capo». Massimo Rossi tralascia l’aspetto giudiziario. «Quel progetto – spiega – non lo vuole una cittadinanza che si è documentata e ha studiato, noi crediamo si debba andare oltre, pensiamo ad un luogo che sia al servizio del lavoro, che si faccia centro di ricerca e innovazione»». Giambattista Catalini parla da medico e da esperto di igiene e prevenzione.

«Non ho bisogno di indicazioni sanitarie – dice Catalini – perché sono preparato, mio figlio ha comprato una casa qui a Campiglione e per me è un motivo valido. Il nostro è un no assoluto e faremo valere tutte le ragioni di questa terra». Pasquale Zacheo ha un’idea alternativa: «Penso di poter immaginare con la proprietà una nuova realtà, ad esempio una residenza sanitaria assistita che sia qui una reale eccellenza». Si è parlato poi di agricoltura, con l’auspicio che si arrivi ad una filiera corta e sana davvero e a nuove professionalità. Per ultimo, un giro sull’Asite, secondo Calcinaro la società e la discarica non si toccano e restano un bene per Fermo, con la prospettiva di abbassare le tassi. Per Rossi le società devono restare pubbliche perché possono funzionare anche al di fuori delle logiche di mercato. Catalini ha lasciato parlare dell’Asite l'ex presidente Simone Capriotti che ha ribadito la necessità di tenere pubblica la società. Per Zacheo Fermo deve avere società che offrono servizi a tutto il territorio, rilanciando la discarica come elemento di ricchezza. Per Torresi bisogna alienare la Solgas perché non perda valore, assolutamente pubblica l'Asite con la riorganizzazione del servizio di raccolta differenziata.