Bombe in chiesa, trovato il covo dove si costruiscono gli ordigni

I carabinieri hanno individuato il casolare in cui sono stati fabbricati i quattro ordigni

La chiesa di Campiglione dove è stato messo un ordigno esplosivo (foto Zeppilli)

La chiesa di Campiglione dove è stato messo un ordigno esplosivo (foto Zeppilli)

Fermo, 31 maggio 2016 - Colpo di scena nelle indagini sulle bombe piazzate davanti alle quattro chiese fermane. I carabinieri hanno scoperto il covo dove l’Unabomber dei luoghi religiosi ha costruito gli ordigni esplosivi. Si tratta di un casolare di campagna abbandonato e diroccato, dove i militari dell’Arma hanno rinvenuto pezzi di miccia, barattoli usati come contenitori e resti della lavorazione delle bombe. Tutto è nato dalla segnalazione di un residente, che, in diverse sere, ha notato delle luci all’interno del rudere situato su un colle in territorio di Fermo. L’uomo, sapendo che si trattava di una casa disabitata, ha avvisato i carabinieri, temendo che all’interno si stesse compiendo qualche reato.

In passato, infatti, nell’immobile sarebbero state trovate tracce di riti satanici e traffici di droga. I militari dopo aver tenuto d’occhio il casolare, hanno effettuato un blitz e hanno subito capito che si trovavano di fronte al covo dell’uomo, che, da tre mesi, sta terrorizzando il mondo ecclesiastico e la gente del posto. All’interno dell’immobile pericolante è stato trovato un tavolo coperto con una tovaglia in plastica, dove l’unabomber ha fabbricato gli ordigni esplosivi, che, in ordine cronologico, hanno colpito la canonica del duomo, la casa parrocchiale di Lido San Tommaso, la chiesa di San Marco alle Paludi e quella di Campiglione. Il reparto scientifico dell’Arma ha effettuato tutti i rilievi tecnici necessari a stabilire se il costruttore delle bombe possa aver lasciato tracce personali o impronte digitali che gli diano un nome e un volto.

Su questo fronte, però, tutto è tenuto nel massimo riserbo e gli inquirenti hanno le bocche cucite. La svolta delle indagini, già annunciata dal procuratore della Repubblica Domenico Seccia nei giorni scorsi, c’è stata qualche giorno dopo il rinvenimento dell’ordigno inesploso rinvenuto davanti alla chiesa parrocchiale di Campiglione. Il ritrovamento della bomba, la possibilità di esaminarla attentamente e, quindi, la scoperta del covo dell’Unabomber hanno permesso di tracciare una pista che potrebbe portare dritta dritta all’attentatore. I resti di miccia rinvenuti nel casolare sono stati comparati con quelli dell’ordigno inesploso e sono risultati dello stesso tipo. Non ci sono dubbi quindi che è in quell’immobile abbandonato, di notte, si preparavano gli attentati alle chiese.