Uccisi per 16.200 euro, la Procura chiede la convalida dell'arresto di Ciferri

Questa la cifra reclamata dagli operai. L'imprenditore ha raccontato di aver agito per legittima difesa. L'autopsia sul corpo delle vittime chiarirà la dinamica della sparatoria FOTO La scena dell'omicidio

Delitto di Fermo: Gianluca Ciferri, la scena dell'omicidio (Ansa) e le due vittime

Delitto di Fermo: Gianluca Ciferri, la scena dell'omicidio (Ansa) e le due vittime

Fermo, 17 settembre 2014 - La richiesta di convalida dell'arresto di Gianluca Ciferri è stata formalizzata oggi dalla Procura di Fermo. L'imprenditore ha sparato a due operai kosovari, uccidendoli. Mustafà Nexhmedin, 38 anni, e Avdyli Valdet, 26, aspettavano da mesi il pagamento di 16.200 euro di stipendi arretrati. Non è stata invece ancora affidata l'autopsia sui corpi delle due vittime: l'esame dovrà chiarire la dinamica della sparatoria costata la vita ai due muratori, raggiunti da più colpi di revolver calibro 38 esplosi da Ciferri, il loro ex datore di lavoro.

L'uomo è rinchiuso nel carcere di Fermo: subito dopo l'arresto ha detto di aver agito per legittima difesa, in quanto i due operai lo minacciavano con un piccone. Il costruttore ha alcune escoriazioni a un braccio, per le quali è stato medicato in ospedale. I carabinieri continuano a raccogliere testimonianze sui rapporti fra principale e sottoposti: i tabulati telefonici saranno invece decisivi per confermare o meno il racconto dei fratelli di Mustafà Nexhmedin, secondo i quali lunedì mattina era stato lo stesso imprenditore a telefonargli fissando un appuntamento per una transazione sul contenzioso economico.