Imprenditore spara agli operai: "Mi hanno assalito, li ho uccisi per difendermi"

Ai carabininieri dà questa giustificazione Gianluca Ciferri, l’imprenditore edile fermano di 48anni che ha freddato i due uomini che chiedevano una somma di denaro per vecchie prestazioni lavorative FOTO La scena dell'omicidio

Il luogo del delitto. A destra le due vittime, a sinistra l'imprenditore Gianluca Ciferri

Il luogo del delitto. A destra le due vittime, a sinistra l'imprenditore Gianluca Ciferri

Fermo, 16 settembre 2014 - «ME LI SONO visti arrivare alle spalle mentre ero nel garage, uno era armato di piccozza e mi voleva aggredire». Ai carabininieri che gli si avvicinano dà questa giustificazione Gianluca Ciferri, l’imprenditore edile fermano di 48anni che ieri mattina ha ucciso due ex operai che si erano recati nella sua villa di campagna per chiedere una somma di denaro dovuta per delle vecchie prestazioni lavorative. «Mi hanno minacciato — ha aggiunto l’uomo prima di essere portato in caserna — e avevano brutte intenzioni: ho cercato di difendermi e dopo una colluttazione sono riuscito a prendere la pistola. Ho sparato per difendermi».

La tragedia si è consumata al civico 10 di via Monte Pacini, in una villa nelle campagne di Fermo, in contrada Molini Girola. Erano da poco passate le 11 quando Mustafa Nexhmedin, 38 anni, e Avdyli Valdet di 26, entrambi kosovari, si sarebbero introdotti nel laboratorio nella parte retrostante dell’abitazione di Ciferri, che in quel momento si trovava in casa insieme alla madre. Il kosovaro più anziano avrebbe minacciato Ciferri con una piccozza da carpentiere, perché voleva essere pagato per dei lavori fatti in passato, un contenzioso che andava avanti da tempo e per il quale era stato avviato l’iter con un’ingiunzione di pagamento nei confronti dell’imprenditore. Gli animi si sono surriscaldati e ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale ad avere la peggio è stato inizialmente Ciferri. Spaventato, l’imprenditore è riuscito a raggiungere il mobile in cui tiene le armi, ha impugnato una pistola Smith & Wesson calibro 38 e ha esploso cinque colpi contro i suoi due presunti aggressori: Nexhmedin è morto all’istante mentre si trovava nel cortile della villa; il più giovane dei due, invece, nonostante fosse stato colpito, è riuscito a scappare. La fuga, però, è durata solo un centinaio di metri, poi il 26enne si è accasciato a suolo ai bordi della strada e ha chiesto aiuto ad un donna che vive poco distante.  NEL FRATTEMPO lo stesso imprenditore, resosi conto della gravità della situazione, ha immediatamente allertato il pronto intervento medico, così come la sua vicina, che per prima ha soccorso Valdet. Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 e della Croce Verde di Fermo: per Nexhmedin non c’è stato nulla da fare, era già morto. Il cuore del 26enne, invece, batteva ancora. I soccorritori hanno chiesto l’intervento dell’eliambulanza per un eventuale trasferimento ad Ancona, ma poi, per questioni di tempo, hanno optato per il trasporto al pronto soccorso di Fermo. Il 26enne, purtroppo, è deceduto subito dopo il ricovero in ospedale. Sul luogo della sparatoria si sono recati carabinieri e polizia, che hanno immediatamente transennato tutta la villa per evitare l’inquinamento della scena del delitto.

Per le indagini procedono i militari dell’Arma, coordinati dal sostituto procuratore di Fermo, Nadia Caruso, che si è recata personalmente nella villetta di via Monte Pacini qualche ora dopo il duplice omicidio. Ciferri è stato arrestato e condotto in caserma, mentre la pistola da cui sono partiti i colpi è stata posta sotto sequestro. All’interno della villa è stata rinvenuta la piccozza utilizzata per minacciare l’imprenditore. Addosso a Nexhmedin è stato trovato anche un coltello di tipo proibito. Ciferri, sposato, con tre figli, da tutti considerato un uomo tranquillo, oltre alla pistola, deteneva in casa anche altre armi, tutte regolarmente denunciate. Tra queste un fucile. L’imprenditore nel tardo pomeriggio, su disposizione del magistrato inquirente, è stato tradotto nel carcere di Fermo. Per lui l’accusa è di duplice omicidio.