Fermo, 15 febbraio 2011 - E' un appello accorato quello del preside della scuola media Fracassetti-Betti Carlo Verducci contro la 'moda del fotovoltaico', che, a suo dire, deturperebbe irrimediabilmente il nostro territorio.

Comincia con quattro pennellate di colore la sua invettiva, per descrivere ciò che è, ma potrebbe presto non essere più: “Fontebella, una villa di fondazione rinascimentale con uno splendido parco, un viale di accesso dai lecci secolari e una chiesa che fino a qualche decennio fa era frequentata da tutte le persone del circondario per la Messa dei giorni di festa. Un complesso architettonico e ambientale di grande pregio, che vive nella complementarietà degli elementi, con alle spalle le colline che salgono a Montegiorgio, a due passi dal fiume Tenna; difronte il centro storico di Belmonte Piceno e la chiesina, poco discosta, di Sancta Maria in Muris (comunemente, San Simone) di origine farfense, di straordinaria bellezza nelle sue linee essenziali, su persistenze picene e romane. A poca distanza dal viale di lecci, Querciabella, raro esemplare di rovere che ha cessato di vivere alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Il tronco, imponente come un monumento, testimonia la sua storia”. Tuttavia, “a pochi metri da tutto ciò, è in allestimento un vasto impianto di pannelli fotovoltaici”.

“Un nuovo terreno sottratto alla produzione agricola e una ferita al paesaggio”, secondo il dirigente scolastico. E non conterebbe molto il fatto che quelle valli del Fermano siano di proprietà privata perchè “il paesaggio è patrimonio comune, rappresenta l’identità storica di un popolo, il suo passato, e, se ben tutelato, il suo futuro”. Inoltre, “la Costituzione italiana tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Insomma, Verducci rifiuta quelle da lui definite “forme caduche di progresso”, “che hanno già mostrato guasti nella valle del Tronto”. E si chiede allarmato cosa accadrà quando le tecnologie oggi all'avanguardia saranno obsolete e i redditi da esse prodotti inesorabilmente decrescenti. Difficile rispondere a questa domanda senza 'vantare' un'alternativa sostenibile.

Ad ogni modo, per il preside “non è solo un fatto estetico, pure importante”. “Il paesaggio, in particolare il nostro paesaggio, è una risorsa fondamentale su cui far vivere progetti di imprenditoria coerenti con la sua specificità”, prosegue. Tanto più se si considera la redditività nel tempo degli investimenti in cultura e turismo.

“Interventi come quello in prossimità di Fontebella - conclude Verducci - rendono tutti più poveri. Se necessari, vanno collocati in siti dove l’impatto negativo sull’ambiente è il più ridotto possibile e non vengono sottratti alle coltivazioni i terreni migliori. E’ ora dunque di fermarsi. Non possiamo assumerci la responsabilità di lasciare a chi verrà dopo di noi cumuli di macerie”.