Monte Urano (Fermo), 5 aprile 2012 - QUando, ieri pomeriggio, è stata identificata dalle impronte digitali, nessuno poteva credere che fosse proprio lei. Non poteva essere lei la rapinatrice uccisa in mattinata nel corso del colpo alla gioielleria Cifola di via Patrioti.


Rosa Donzelli, 36 anni, originaria di Napoli, ma da oltre dieci anni residente a Fermo, non aveva mai fatto rapine. Era un aiuto cuoco, che si era sempre guadagnata da vivere lavorando in diversi ristoranti della costa.
 

Il suo problema erano state le cattive compagnie e suoi burrascosi legami sentimentali. Per diversi anni era stata la compagna di Vincenzo Di Stasi, un pregiudicato di 37 anni, originario di Foggia, finito in carcere per la sanguinosa rapina all’oreficeria Lelli di Montegranaro e uscito di galera appena due settimane fa.


Negli ultimi tempi si era fidanzata con un marocchino già noto alle forze dell’ordine per reati connessi allo spaccio di stupefacenti, i due si erano trasferiti di recente in un residence di Porto Sant’Elpidio e lei lavorava come ausiliaria nella cucina di una pizzeria di Porto San Giorgio.


La lunga frequentazione di Di Stasi l’aveva condotta verso il vizio del suo ex compagno: la cocaina. La 36enne ne faceva uso ormai da tempo e questo le aveva lasciato dei segni sui denti che si erano rovinati e anneriti proprio per tale motivo.


Il vizio della droga e l’amore per Di Stasi, le erano costati cari nel novembre 2008, quando, insieme al suo compagno, era finita nella rete della Guardia di Finanza per l’operazione antidroga denominata 'Pastiera Napoletana'. La 36enne è anche sospettata di avere messo a segno la scorsa settimana la rapina in pieno giorno all’ufficio postale di Fermo situato in via Vecchi, in zona Castiglionese. In quel caso un uomo e una donna, entrambi con accento campano, erano entrati in azione armati di taglierino ed erano fuggiti a piedi dopo aver prelevato poco più di 2000 euro. Una dipendente era stata strattonata ed aveva dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso.
 

L’altro ieri la rapinatrice era stata vista aggirarsi a Monte Urano nei pressi delle gioielleria Cifola, insieme ad un uomo molto alto e corpulento e ad un altro giovane dalla pelle olivastra. Probabilmente, insieme ai suoi complici era andata a fare un sopralluogo prima del colpo. L’hanno riconosciuta commercianti e residenti di via Patrioti, accorsi nella gioielleria di Cifola dopo il sanguinoso epilogo della rapina. In serata, la certezza di questa tesi dei testimoni è arrivata con il confronto delle foto diffuse della Donzelli.
 

Ieri il suo legale, l’avvocato Michela Romagnoli, la aspettava nello studio di Sant’Elpidio a Mare per sistemare una pratica di un incidente. Non vendendola arrivare ha pensato ad una dimenticanza. Solo in serata ha scoperto la tragica verità e che quella sua cliente che lei chiamava per nome, Rosa, non sarebbe mai più andata in studio. 

 

di Fabio Castori

 

VIDEO: La gioielleria Cifola
 

FOTO: la scena della sparatoria

FOTO: la rapinatrice

IL FATTO: colpo in gioielleria finisce in tragedia

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IL SONDAGGIO: ha fatto bene il gioielliere a sparare?