Monte Urano (Fermo), 5 aprile 2012 – L'autopsia sul corpo di Rosa Donzelli sarà eseguita domani. L'esame sul corpo della 36enne rapinatrice, uccisa ieri durante il colpo alla gioielleria Cifola di Monte Urano dal titolare Francesco Cifola, è stato affidato stamattina da Maria Carla Sacco, il pm di Fermo titolare dell'inchiesta. E' stato incaricato il medico legale Alessia Romanelli.

Alla napoletana residente da qualche anno nel Fermano è stato certamente fatale il proiettile che l'ha presa all'altezza del torace, ma resta da capire quanti siano stati i colpi subiti. C'è da accertare, inoltre, se la donna sia stata colpita di fronte o mentre era di spalle, quando cercava di allontanarsi dal negozio insieme ai due complici, tutt'ora ricercati.

E’ ancora caccia all’uomo, infatti, in tutto il Fermano e fino in Abruzzo, ai due rapinatori in fuga probabilmente aiutati da un’altra complice. Il gioielliere, secondo le ricostruzioni ufficiali, ha reagito vedendo il padre Duilio, 77 anni, preso in ostaggio dai banditi. Ma risulta indagato, quale atto dovuto, dalla Procura di Fermo per eccesso di legittima difesa. Gli inquirenti però seguono anche un’altra pista, parallela: è quella che si inoltra nel mondo dei banditi.
 

La Donzelli, già tossicodipendente, aveva avuto alcune relazioni pericolose, tra cui quella con un pugliese pregiudicato e a sua volta dedito a rapine. Si cerca così di stabilire la matrice e l’incidenza di questo piccolo nucleo di rapinatori, che, sebbene munito di pistole a salve, ha agito con tecnica consolidata. Si valuta anche l’eventuale presenza, di sfondo, di focolai di criminalità organizzata. Nel Fermano, nuclei legati sia alla malavita pugliese che a quella campana esistono fin dagli anni Novanta, anche se negli ultimi tempi le forze dell’ordine erano riuscite a ridurne di molto l’attività. Il gioielliere, intanto, a sua volta ferito da percosse ricevute dai banditi, e ricoverato all’ospedale, sta riscuotendo la solidarietà di tutto il paese, dove è molto conosciuto, e dell’intero comprensorio. 

E intanto è caccia ai complici di Rosa Donzelli. I carabinieri, che definiscono le indagini ''complesse e delicate'', hanno rinvenuto ai bordi di una strada che collega Monte Urano a Porto Sant'Elpidio una pistola scacciacani compatibile con quella usata dai banditi per colpire l'orefice.
 
''Ero incaprettato, non respiravo, ero avvolto dal nastro adesivo. Mi hanno trascinato dietro e quando gli ho detto che dovevo aprirla io la cassaforte loro mi hanno slegato le mani.
Nel frattempo e' arrivato mio padre - ha raccontato oggi Cifola -. Quando loro sono andati verso mio padre e ho visto la pistola...Non ho capito piu' niente...''. ''Mi dispiace, perche' comunque era una giovane vita. Avro' sempre il
rimorso di aver ucciso'', ha aggiunto. E il padre Duilio:''Non ha dormito tutta la notte e ha le immagini della rapina ancora negli occhi''.

 

VIDEO: La gioielleria Cifola
 

FOTO: la scena della sparatoria

FOTO: la rapinatrice

IL FATTO: colpo in gioielleria finisce in tragedia

LA VERSIONE DEL GIOIELLIERE: "Volevo difendere mio padre"

LA VITTIMA: Rosa, cuoca rovinata da vecchi amori e brutte amicizie

IL COMMENTO: Costretti alla guerra di Beppe Boni

LE REAZIONI: "Speriamo che non debba pagare Cifola"

IL SONDAGGIO: ha fatto bene il gioielliere a sparare?