Fermo, 25 giugno 2012 - UN POMERIGGIO intriso di sentimento ed emozione al campo sportivo ‘Tomassini’ in memoria di Roberto Straccia, per un quadrangolare di calcio organizzato dagli amici di Roberto, dalla Spes e dalla stessa famiglia.

Un’occasione in cui il ricordo diviene emozione tangibile che esalta e nobilita il senso della vita, che porta a contemplare nuovi e più ampi orizzonti, a calarsi ognuno nel proprio personale ricordo di Roberto, e a considerare la vita sotto una prospettiva di luce e dolore. Quattro le squadre che si sono affrontate: la Spes Valdaso, la Monterubbianese, i ragazzi delle classi ‘86-‘87-‘88 — tutti con un passato calcistico legato a Roberto — e la squadra costituita da giocatori ed ex giocatori professionisti che hanno sposato la causa del ricordo di Roberto. Presenti numerose autorità civili e militari.

Toccante la testimonianza di Amato Mercuri, sindaco di Moresco. «Questa giornata testimonia la straordinarietà dell’affetto per Roberto — ha detto —. Onoriamolo come lui avrebbe voluto: con lo sport». Il presidente della Spes Fabrizio Sanguigni, rivolgendosi alla famiglia Straccia, ha detto: «Questa è la casa dove Roberto è cresciuto e continuerà ad esserlo per sempre. Da oggi la tribuna si chiamerà Roberto Straccia». E poi tante le testimonianze di vicinanza alla famiglia. Claudia Aldi, giornalista Rai, ha ricordato il tempo in cui si cercava Roberto a Pescara, fatto di albe e tramonti, nella speranza di riabbracciare questo ragazzo che ha emozionato l’Italia intera, ad aspettare un lieto fine che purtroppo non c’è stato. Presenti i giornalisti Valerio Rosa del Carlino e Remo Croci. Tra i giocatori, Pazzi della Samb, mister Palladini, gli ex Ascoli Bugiardini, Di Venanzio, Cudini, Bonfiglio e La Vista.

EMOZIONANTE il momento della consegna della maglia di Di Vaio a Filippo, zio di Roberto, da parte di Lorenzo Pompei. In tribuna papà Mario, mamma Rita e Lorena, ascoltano e vivono la responsabilità del dolore, con la pace di chi sa guardare verso l’assoluto, che sempre proclama l’esigenza del buono. «E’ difficile contenere le lacrime — dice Mario — ma essere qui significa stare anche con lui». La dignità degli Straccia che affonda le radici nel più atroce dolore, mai separato dalla logica, continua ad essere grande esempio di responsabilità e fede. «Ho cercato tanto la candela del battesimo di Roberto — prosegue Mario —. Credo in quella luce che non si è mai spenta e che sono certo indicherà il cammino per trovare la verità di una morte che non ha ancora una spiegazione». E poi ancora la musica e le parole di Daniele Incicco e Federica Girotti, a far risonare interiori armonie con la potenza del suo incanto, che diviene rifugio di sentimento e festa d’amore per Roberto, e certezza assoluta che nella lotta perenne tra il bene e il male, la bugia e la verità, la gioa ed il dolore, l’ultima parola spetterà sempre all’amore.

Paola Pieragostini