Fermo, 2 ottobre 2012 - Amareggiato ma agguerrito più che mai, promette battaglia il presidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti, di ritorno dalla seduta dal Cal delle Marche, che ha dato indicazione sul destino delle province da riorganizzare.

A passare è l’ipotesi caldeggiata dalla Provincia di Macerata, per un ritorno a quattro province. Ha funzionato dunque l’asse con Ancona e Pesaro, che ha portato alla spaccatura del Consiglio e al voto sull’ipotesi caldeggiata dal presidente maceratese Pettinari, passata poi con 16 voti a favore, 7 contrari e tre astenuti.

Lo stesso presidente del Cal Fabrizio Giuliani si è astenuto e poi ha rimesso il proprio mandato, almeno sulla carta, per non essere riuscito, così ha detto, "a fare sintesi". Un dibattito acceso fin da subito, con il presidente Fabrizio Cesetti a chiedere il rispetto della legge, che non prevede deroghe ai criteri stabiliti. E su questo si basa anche la decisione che lo stesso Cesetti porterà oggi in Giunta, per dare mandato all’avvocato Massimo Ortenzi di portare avanti il ricorso al Tar delle Marche contro la decisione del Cal, che di fatto affosserebbe la sola provincia di Fermo. Il presidente della Provincia di Ascoli ha provato a proporre una riorganizzazione con due sole province, visto che — ha sottolineato — la norma stabilita dal Governo deve essere alla base di tutto.


Il sindaco di Monte Urano Francesco Giacinti insieme con quelli di Fermo Nella Brambatti e Monsampietro Morico Romina Gualtieri hanno ribadito la necessità di restare nell’ambito fissato dalla legge, visto che già i primi cittadini sono stati spodestati dell’iniziativa preordinata al mutamento delle circoscrizioni provinciali. Dai fermani è stata ribadita la necessità di proseguire sulla strada del ricorso alla Corte Costituzionale, come ha già fatto la Regione Lazio, contro un provvedimento del Governo che in questo momento penalizza solo il nostro territorio.


Alla seduta erano presenti diversi esponenti del territorio, i rappresentanti del comitato dei cittadini, il presidente della Carifermo Alberto Palma. C’era anche il consigliere regionale Rosalba Ortenzi, a cui non è stato consentito di prendere la parola. Sottolinea ancora Cesetti: "Oggi è stata scritta una pagina nerissima, la più brutta della storia del Cal. È evidente che si tratta di un organismo schiavo delle segreterie di partito".

"È una situazione ampiamente prevedibile — ma nella sostanza si è votato contro la legge e noi questo non lo consentiremo. Per questo impugneremo l’atto. Confido nel centro sinistra che governa la Regione e che mai, così ha detto nelle scorse settimane il presidente Solazzi, potrà avallare una proposta contraria alla legge. Altrimenti sarà la fine del centrosinistra, a cominciare da qui a Fermo. Adesso l’impegno è dei consiglieri regionali del fermano, noi siamo tutt’altro che rassegnati".


Franca Romagnoli, consigliere regionale di Fli, sottolinea che non ci sarà spazio per ipotesi contro la legge: "Ritengo la ‘indicazione’ di riordino, ‘indicazione’ come scrive la legge e non proposta che invece compete alla Regione, ‘contra legem’ andando contro i parametri di riordino stabiliti dalla legge". "

Una Regione che non fa ricorso alla Corte Costituzionale ha solo una strada — dice — quella di applicare la legge nazionale tale e quale. Nella commissione preposta di cui sono membro e nell’ufficio di presidenza, che ha già dato interpretazione della questione, mi adopererò per proposte conformi alla legge, cioè riordini a tre o due province. Non di più».
 

Angelica Malvatani