Fermo, 4 dicembre 2012 - DICEMBRE: è di nuovo tempo di Imu (purtroppo), l’ormai ben noto acronimo che sta per imposta municipale unica, quella legata alle abitazioni e locali di proprietà. Il 17 dicembre sarà la nuova scadenza — quella della ‘famigerata’ seconda rata — giusta giusta per rifocillare le finanze esangui dei Comuni (e dello Stato) con la tredicesima, per chi ce l’ha. Una tassa che per fortuna, almeno nel Fermano, non pesa in maniera eccessiva sulla prima casa. Ma intanto c’è.

 Il Comune di Fermo, ad esempio, ha scelto di mantenere l’aliquota più bassa, il 4 per mille, proprio per tutelare il diritto all’abitazione e non mettere in difficoltà le famiglie già duramente provate dalla crisi. Una scelta confermata anche per il conguaglio di dicembre e per questo il Comune si è guadagnato un posto d’onore nella speciale classifica stilata qualche giorno fa dal Sole 24 Ore: Fermo, penultimo Comune in Italia per il peso dell’Imu sulle famiglie. Meglio stanno solo gli abitanti di Crotone; gli altri, sulla prima casa, pagano tutti di più. Ma in genere nel Fermano quasi tutti i Comuni, dai maggiori ai più piccoli, hanno scelto di tenere quell’aliquota più o meno al minimo previsto dal Governo. L’hanno ritoccata Porto Sant’Elpidio (4,5 per mille) e Falerone (5 per mille), ad esempio, ma prevedendo detrazioni varie. A Fermo, per una casa di circa 180 metri quadrati, si pagherà per il conguaglio al massimo 160 euro. Una scelta politica precisa del Comune per tutelare proprio chi possiede solo la casa in cui vive.
 

MA LE NOTE positive finiscono qui. Molto peggio se la passano quelli che hanno una seconda casa, che non sempre è per forza un bene di lusso. L’aliquota in questo caso sale al 10,6 per mille a Fermo e Porto San Giorgio, al 7,6 per mille a Sant’Elpidio a Mare, all’8 a Porto Sant’Elpidio, all’8,6 a Montegranaro, al 9 a Montegiorgio e finisce per essere un salasso. Dentro storie molto diverse. C’è chi ha costruito la casa da lasciare ai figli, ma c’è anche chi si ritrova una casa ereditata, che non si riesce a vendere in questi tempi di crisi. Prendiamo ad esempio il caso di un’anziana fermana, pensionata, vedova, vive col figlio in una casa con il mutuo da pagare. La casa di famiglia rimasta alla morte del marito — 90 metri quadrati, per nulla lussuosa — pesa per 700 euro di Imu, una cifra che poco concorda col reddito della donna. Per seconde case più grandi si arriva a pagare anche 1.200 euro di Imu, così come resta alta l’aliquota per le case concesse in comodato gratuito ai familiari, all’8,5 per mille.
 

L’ASSESSORE ai servizi sociali Paolo Calcinaro ha in cassa 40mila euro per le emergenze anche legate all’Imu, per far fronte alle difficoltà delle famiglie che sono sempre più pesanti e complesse. «Abbiamo avuto le prime richieste per il pagamento della Tia, la tassa sui rifiuti, ci sono famiglie che non ce la fanno — ammette —. Il fondo che abbiamo deriva proprio dalle entrate ricavate dall’Imu e finora siamo intervenuti su 38 situazioni di difficoltà estrema. Per la Tia siamo intervenuti già in 18 casi. Vedremo cosa succederà con questa rata Imu. La nostra scelta è stata quella di non gravare sulle famiglie, anzi. Ci lasciamo un margine di manovra proprio per stare vicini al disagio sempre più forte di questi nostri tempi». L’essenziale comunque è rivolgersi a chi può dare reali indicazioni sulla propria situazione. In questi giorni sono già attrezzati i Caf dei sindacati, per assistere i contribuenti nella compilazione dei propri documenti e arrivare al pagamento, che può essere effettuato anche alle poste.

Angelica Malvatani