Fermo, 5 gennaio 2013 -  SI CHIAMA Tares e potrebbe trasformare i contribuenti fermani in tanti piccoli Ares, infuriati come il dio della guerra. Scampati gli incubi apocalittici ‘made in Maya’, il 2013 porta con sé il ‘sequel’ dell’Imu, cioè un altro salasso a norma di legge. Secondo la Uil, infatti, la nuova ‘Tassa comunale sui rifiuti e i servizi’ costerà alle famiglie circa 80 euro in più. Ma dal Comune di Fermo non giungono conferme.
 

L’assessore al Bilancio, Rosanna Montanini, è ‘tranchant’: «Non abbiamo ancora previsto nulla, è tutto da vedere». Nessuna simulazione, dunque, anche perché, dice, «l’entrata in vigore del tributo è stata rimandata».
 

Eppure, ad altre latitudini, gli uffici preposti si stanno già muovendo in questo senso. Quel che è certo è il punto di non ritorno. Il 30 aprile la Tares, retaggio federalista berlusconiano reso esecutivo dal governo Monti, sostituirà la Tia (la tariffa di igiene ambientale, già figlia della Tarsu: tassa per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani), da più parti considerata illegittima. Il nuovo balzello non servirà solo a coprire il costo della raccolta dei rifiuti, per il quale nel 2011 sono entrati nelle casse comunali 3.573.000 euro, ma anche quello dei servizi cosiddetti indivisibili, come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale, etc., ossia tutte quelle attività che non sono erogate ‘a domanda individuale’.

Tradotto in spicci, significa che oltre alla somma commisurata alla quantità media di immondizia prodotta, bisognerà corrispondere dai 30 ai 40 centesimi in più al metro quadro (a discrezione del Comune). Ma degli immobili considerati a tal fine, non saranno più i proprietari a dover pagare, bensì i residenti. Inoltre, al di là della superficie e della destinazione d’uso, conterà il numero dei componenti del nucleo famigliare. Se risparmieranno i ‘single’ e poco cambierà per le coppie, la vera stangata si preannuncia per le famiglie numerose; per non parlare delle attività commerciali, artigianali e della grande distribuzione. Per alcune categorie di imprese uno studio di ‘Unioncamere’ stima addirittura un rincaro del 50%. E pensare che il decreto che introduce l’ennesimo prelievo fiscale si chiama ‘Salva Italia’…
 

Antonio Del Prete