Fermo, 8 marzo 2014 - DONNE ferite che però riprendono a camminare. Donne che lavorano, a casa e fuori, e riprendono il senso della loro esistenza anche quando sembra sfuggire. Sono le donne alle quali la sezione di Fermo dell’Associazione nazionale dei lavoratori mutilati e invalidi del lavoro dedica la festa dell’8 marzo, tutti gli anni a raccontare le cifre di una sofferenza, degli infortuni e delle malattie professionali al femminile.

I dati del 2012 forniti dall’Inail parlano di una situazione di crisi che vede ancora una volta le donne protagoniste. Una donna su cinque rinuncia a lavorare, anche se c’è stato un live incremento dell’occupazione al femminile, che però è sempre del 21% inferiore a quella maschile. Aumentano anche gli incidenti in itinere, per le lavoratrici che magari escono di casa già stanche del lavoro fatto tra le mura domestiche, negli ultimi mesi ci sono stati due mortali nel Fermano, uno solo poche settimane fa. In totale nel 2012, nella provincia di Fermo, ci sono stati 1.566 infortuni, le donne erano coinvolte in 50 episodi nel settore agricoltura, 396 nel settore industria e servizi, 39 tra le dipendenti statali. Nel 2013 ci sono 1.880 casi di infortuni aperti all’Inail, due hanno coinvolto lavoratrici casalinghe e le malattie professionali sono aumentate in maniera impressionante, passando da 464 denunce nel 2012 a 648.

Una situazione che secondo la referente della sicurezza sul lavoro dell’Area vasta 4, Maria Antonietta Sollini, è dovuta alla realtà manifatturiera del nostro tessuto produttivo che porta a gesti ripetuti e meccanici che provocano, a lungo andare, problemi ai tendini, ai muscoli, alle ossa: «E’ chiaro che in questo caso non è facile risalire ad una reale responsabilità, semmai c’è anche la sofferenza delle lavoratrici nel gravare sul datore di lavoro che è già in difficoltà. Da parte nostra siamo al fianco anche delle imprese per gestire al meglio le politiche per la sicurezza».

Per l’Anmil, con il presidente Gabriele Coccia, c’era la psicologa Gloria De Luca che gestisce gli sportelli per gli invalidi oltre ai gruppi di mutuo auto aiuto: «Una esigenza forte alla quale l’Anmil prova a dare una risposta, quella di avere un supporto nel momento in cui ci si trova a fare i conti con una disabilità acquisita. Le donne reagiscono con maggiore energia, si riconoscono anche nel ruolo di moglie e di madre, oltre che in quello di lavoratrice».

Angelica Malvatani